20 dicembre 2016

Fuga dei cervelli? “Alcuni meglio averli fuori dai piedi”. Lo scivolone del Ministro Giuliano Poletti, su un tema che riguarda da vicino anche il mondo dell’arte

 

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In Italia, nel “mondo dell’arte”, lo sappiamo bene: si va all’estero non solo perché il sistema è chiuso e raggomitolato su se stesso, ma anche perché il lavoro di artista, critico, curatore, giornalista, organizzatore, è riconosciuto come tale, e dunque non pagato con la sola “gloria” gratuita. Anche questo bisognerebbe ricordare al Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, per il quale tra i cervelli in fuga ci sarebbero anche persone che è meglio “non avere tra i piedi”. E non ci sono solo medici, ricercatori scientifici o ingegneri, ma anche le categorie suddette, insieme a danzatori, attori, musicisti.
Una battuta amara e infelice, anche se forse ironicamente condivisibile, ma che getta benzina sul fuoco della sempreverde “Fatevi un panino con la divina commedia” di Tremonti (passata alla storia come “Con la cultura non si mangia) o “Bamboccioni fuori di casa” di Padoa Schioppa.
E vabbè che poi Poletti si è scusato, e vabbè che poi si è frainteso, e vabbè che poi si è scelto di seguire la strada tracciata da Matteo Renzi solo qualche giorno fa, ovvero che è bene che i giovani possano andare all’estero, ma per poi rientrare: “Debbono anche avere la possibilità di tornare nel nostro Paese. Dobbiamo offrire loro l’opportunità di esprimere qui capacità, competenza, saper fare”. Speriamo che un giorno anche qualche politico ci sappia un po’ fare, in merito all’argomento e soprattutto nella conversione di biglietti di sola andata in ritorni programmati non solo per festività. 

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