28 dicembre 2016

Russia e Turchia smettono di sparare sulla Siria. Accordo storico, dopo cinque anni di guerra e milioni di profughi

 

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Abbiamo visto città patrimonio dell’umanità, come Aleppo e Palmira, venire giù come briciole. Abbiamo visto opere devastate, sculture e fregi torturati da quello Stato Islamico che oggi pare quasi passare in secondo piano, di fronte a una notizia che ha dello storico: per la prima volta, dopo cinque anni di guerra, 400mila morti e milioni di profughi, Russia e Turchia hanno convenuto ad un “cessate il fuoco” in Siria, d’intesa con il governo di Damasco e i gruppi di opposizione.
Se l’accordo reggerà, il regime e l’opposizione cominceranno tra un mese i negoziati politici ad Astana, la capitale del Kazakhstan, sotto la tutela di Turchia e Russia. Lo stato di Ankara, ribalta così la sua “politica siriana”: durante questi anni Erdogan ha sostenuto, insieme alla monarchie del Golfo e agli Stati Uniti, l’allontanamento di Assad, appoggiando le milizie jihadiste e lasciando che l’Isis attaccasse le truppe dei curdi siriani osteggiati da Ankara, e ora invece attacca gli USA in maniera diretta, accusando di aver fomentato l’ascesa dell’IS. 
E per la prima volta – con queste premesse – gli Stati Uniti sono tagliati fuori, così come le Nazioni Unite e l’Europa, in un processo di pace che potrebbe ridimensionare la potenza dei due Paesi nel profilo mediorientale. 
Vedremo come risponderà alla tregua invece il “Califfato”, in questo tentativo di congelare la guerra nelle zone più strategiche sulla Siria.

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