05 gennaio 2017

VIAGGIO NELLE MOSTRE CHE VERRANNO

 
2017, anno di Biennale e anno di tanta arte che ci farà correre in lungo e in largo nella penisola. Ecco il nostro primo taccuino

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Non sarà sempre facile far collimare date e luoghi, ma significa che l’offerta – nonostante quel che si dica – è abbondante. Cosa offrono le maggiori istituzioni per l’arte del Belpaese in questo 2017? Quali sono gli artisti che vedremo? Quali i progetti, i risultati? Per questo inizio anno abbiamo tracciato il nostro primo bollettino, tra attese e offerta presente. 
Partiamo da Venezia, città che ovviamente non può che essere in primo piano, visto che quest’anno ospita la Biennale Arte.
Alla collezione Peggy Guggenheim, che da giugno dovrà cercare una nuova guida dopo le dimissioni di Philip Rylands, siete ancora in tempo per scoprire Tancredi – fino al 13 marzo. L’artista italiano, l’unico che Peggy mise sotto contratto, oltre a Jackson Pollock, torna a Palazzo Venier dei Leoni dopo sessant’anni, con una retrospettiva composta da 90 opere – sotto la curatela di Luca Massimo Barbero – per scoprirne il percorso, attraverso un titolo poetico: “La mia arma contro l’atomica è un filo d’erba”. La vera sorpresa, però, aprirà proprio qualche giorno prima dalla press preview della Biennale, il 6 maggio: è la mostra dedicata alla figura del pittore americano Mark Tobey.  In scena 80 pezzi, dalla fine degli anni ’20 agli ultimi lavori degli anni ’70, per mettere a fuoco l’universo di questo artista discusso tanto negli Stati Uniti quando all’estero. Ma se non siete abbastanza soddisfatti vi consigliamo di aspettare il prossimo 28 ottobre, quando sul Canal Grande debutta una mostra dedicata al “Simbolismo Mistico” e a tutti i temi che questa affascinante corrente si porta con se, dalla fine dell’800, arrivati a noi sotto forma di universo fiabesco e mitico.
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Restando a Venezia la Fondazione Giorgio Cini offre una virata al contemporaneo, come vi avevamo già annunciato: lo fa con quella che sarà una delle più ampie mostre dedicate ad Alighiero Boetti, dopo la celebrazione al Dia:Beacon nel 2013, ma anche con Vik Muniz e una serie di sue nuove fotografie dell’artista brasiliano, realizzate con il suo ormai tipico metodo del collage e della sovrapposizione di colori e forme. 
Top secret, ancora, il progetto per la Pinault di Damien Hirst.
Spostiamoci un po’ più a sud, e approdiamo a Reggio Emilia. Alla Collezione Maramotti, dal prossimo 19 marzo, ci sarà “Postnaturalia”, nuovo progetto non solo per gli spazi di via Fratelli Cervi, ma diffuso in tutta la città, in cui l’artista Kristof Kintera, riflette su come la nostra esperienza quotidiana – come individui e come comunità – non appartenga più al mondo naturale, a quell’enorme sistema nervoso che in questo caso si innesta in diversi spazi di raccolta urbani.
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Per la Collezione, invece, arriverà “Equivalenti” di Elisabetta Benassi, che in occasione di Fotografia Europea – il prossimo 7 maggio – presenta questo progetto che indaga il concetto delle “mappe del Tempo” applicandolo ai problemi attuali: i percorsi dimenticati, le situazioni minacciose e la ricerca di alternative condivise alla situazione geopolitica che ben conosciamo.
Emma Hart, vincitrice dell’ultima edizione del Max Mara Art Prize for Woman, arriverà in Collezione il prossimo 15 ottobre, per presentare il risultato della sua residenza italiana, tra famiglia e sperimentazione delle tecniche ceramiche.
Dal prossimo 12 marzo, invece, agli ex Essiccatoi del Tabacco a Città di Castello, si apriranno ulteriori 4mila metri quadri dedicati interamente alle grafiche realizzate dal mitico Alberto Burri. Un’operazione anche promozionale, che completa il più grande “Museo d’Artista” al mondo. Nella nuova sezione si potranno ammirare oltre 200 opere, dagli anni ’50 al 1994.
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Riscoperta per uno dei protagonisti della Pop Art italiana a Milano: gli spazi del Gruppo Credito Valtellinese al Refettorio delle Stelline sono dedicati a Renato Mambor, in una retrospettiva intitolata “Connessioni invisibili” – dal 9 febbraio – che si vuole leggere seguendo proprio il pensiero dell’artista, che diceva: «Voglio fare di tutto, ballare, cantare, scrivere, recitare, fare il cinema, il teatro, la poesia, voglio esprimermi con tutti i mezzi, ma voglio farlo da pittore perché dipingere non è un modo di fare ma un modo di essere». 
Al MAN di Nuoro, invece, sarà la volta di Berenice Abbott. In cento scatti, sotto il titolo di “Topografie”, si raccoglie la prima mostra antologica italiana dedicata a una delle donne fotografe tra le più geniali e controverse del Novecento, “per vedere il mondo attraverso i suoi occhi”.
E a proposito di scatti, appuntamento dall’11 marzo anche al Foro Boario di Modena: per festeggiare i suoi primi dieci anni, Fondazione Fotografia Modena mette in atto un doppio percorso espositivo: una parte dedicata alla riscoperta del “best of” della collezione, che conta un patrimonio di oltre 1200 opere, con le immagini di Anselm Adams, Araki, Yto Barrada, Hiroshi Sugimoto, Olivo Barbieri e Franco Vaccari, per dirne alcuni, e una seconda, intitolata “Essere politico”, che dalla primavera vedrà in scena una serie di giovani selezionati tramite un contest, a cui è stato chiesto di produrre un progetto ispirato alla domanda-cardine dal video How do you want to be governed? dell’artista Maja Bajević: “Essere Politico” illustrerà lo stato di disamore per partiti e movimenti che contraddistingue le nuove generazioni, e il rapporto che esse hanno con le diverse forme di potere.  
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Chiudiamo con i musei d’arte contemporanea più importanti d’Italia. In primis il MAXXI, dove fino alla fine del mese potrete vedere la collezione de MOCAK di Cracovia, ma anche Carlo Scarpa e Letizia Battaglia, mentre si attende la mostra dedicata alla collezione iraniana di Farah Diba, la prima curata dal nuovo direttore del Dipartimento Arte Bartolomeo Pietromarchi. 
Al MART di Rovereto, invece, ancora Eliseo Mattiacci, mentre alla GAM di Torino fino al prossimo 23 marzo sono in scena i lasciti e le donazioni che si sono aggiunte alla collezione permanente, durante il corso del 2016, mentre Castello di Rivoli e MADRE pareti occupate rispettivamente da Ed Atkins, Wael Shawsky e Alina Chaiderov, e Fabio Mauri e Gian Maria Tosatti, fino a marzo. Poi qui, ancora, tutto tace. Per il momento segnatevi i vostri preferiti, e mai come in questo caso è utile un “State sintonizzati, per i prossimi aggiornamenti”.
Matteo Bergamini

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