07 gennaio 2017

Il MIBACT rivela i suoi numeri del 2016, tra ingressi e incassi nei musei italiani. Il risultato? Sembrerebbe un record

 

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Detto fatto: la Riforma Franceschini funziona, i musei da un capo all’altro tirano, le domeniche gratuite non parliamone nemmeno, e le percentuali di crescita fanno saltare sulla sedia. Insomma, l’annuncio ufficiale dei numeri degli ingressi, e degli incassi, nei musei italiani rilasciato stamane dal MIBACT è la cartina tornasole di un Paese che mai come in questo ultimo triennio è diventato ricco di nuovi appassionati all’arte, e di turisti pronti ad arrivare nel Belpaese alla ricerca dei nostri vecchi tesori.
Già, perché ancora una volta a farla da padrone è stata l’area archeologica, tra Roma e Napoli, ad avere la meglio su qualsiasi altra regione. Il Lazio, infatti, stando ai dati ufficiali, nel 2016 ha battuto quasi 20 milioni di visitatori, mentre la Campania si ferma a 8 milioni. Nulla in confronto a Lombardia o Friuli (sopra al milione) o alla povera Liguria e anche Abruzzo (sulle 130mila presenze). Ma la Ligura, insieme al Piemonte e alla Calabria, è una delle regioni che sta reagendo meglio alla riforma dei Beni Culturali, che quest’anno – sempre stando all’ufficialità – ha permesso di incassare 45 milioni di euro in più rispetto al 2015, 6 milioni di biglietti sopra rispetto a due anni fa, e 44,5 milioni di ingressi in totale. “I dati del 2016 decretano un nuovo record per i musei italiani. I 44,5 milioni di ingressi nei luoghi della cultura statali hanno portato incassi per oltre 172 milioni di euro, con un incremento rispettivamente del 4  e del 12 per cento rispetto al 2015 che corrispondono a 1,2milioni di visitatori in più e a maggiori incassi per 18,5 milioni di euro. Queste risorse preziose torneranno interamente ai musei secondo un sistema che premia le migliori gestioni e al contempo garantisce le piccole realtà. Si tratta del terzo anno consecutivo di crescita per i musei statali”, riporta Franceschini nel comunicato diffuso.
Da non sottovalutare però anche la Toscana, e in particolare Firenze, con gli Uffizi a oltre 2 milioni, le Gallerie dell’Accademia con un milione e mezzo, e il Circuito Museale di Boboli e Argenti con oltre 881mila ingressi. 
E le domeniche? Altro successo non solo annunciato, ma anche dispiegato ogni volta: da quando l’iniziativa è stata istituita, nel 2014, sono stati 3 milioni ad entrare nei musei statali. 
Ma torniamo all’anno appena trascorso: “Tra i musei con gli incrementi più marcati figurano diverse realtà rilanciate dalle nuove direzioni autonome (Musei autonomi e Poli Museali regionali) e interessate da crescite sostenute dei flussi del turismo culturale”, riporta il comunicato. In questo caso la “palma d’oro” va a Venaria Reale, con il 71 per cento di ingressi in più, e Mantova – Capitale Italiana Cultura 2016 – il cui Palazzo Ducale (sopra) ha raddoppiato in percentuale i visitatori dello scorso anno.  
Bene però anche la Reggia di Caserta, Capodimonte e il Museo di Castel Sant’Elmo a Napoli, il Castello di Racconigi, il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, L’Egizio di Torino. E poi c’è il record dei record compiuto dall’Antiquarium (in home page) di via del Seminario a Trieste, a ingresso gratuito, passato da 120 visitatori nel 2015 a 1240 nel 2016, più 933 per cento. 
Dulcis in fundo? Non poteva mancare un riferimento alla rete: “Un ruolo importante lo ha anche la progressiva espansione della presenza digitale dei musei statali sulla rete, grazie all’apertura di profili ufficiali degli istituti autonomi
nei diversi social network e all’intensificazione delle campagne di comunicazione online del ministero”, riporta il comunicato. E se il pubblico impara a conoscere i tesori anche tramite facebook, twitter e instagram allora il grado di soddisfazione può diventare più elevato. Quanto? Stando alle stime c’è, al 31 Dicembre 2016, l’86,6 per cento di percezione positiva da parte dei visitatori. Tutto oro quel che luccica? Vedremo cosa sarà nel 2017. 

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