10 gennaio 2017

Quanto vale il Colosseo?

 
Grandi numeri per gli ingressi, e conti che non tornano secondo un'Interrogazione di Scelta Civica. E così l'Area Archeologica di Roma, insieme a quella di Pompei, fa acqua per lo Stato italiano e va ad arricchire chi?

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Oggi Il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, presenta alla stampa i contenuti del decreto di riorganizzazione della Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’Area Archeologica Centrale di Roma (e della Soprintendenza Speciale Pompei), dopo che solo pochi giorni fa sono stati annunciati numeri altisonanti: 11 milioni di biglietti staccati, solo nel corso del 2016, in queste realtà.
Peccato che però ora, secondo un’Interrogazione Parlamentare promossa da Scelta Civica, pare metta un po’ di bufera nello sventolato successo: secondo quel che viene diffuso, si scopre che la convenzione per gestire i servizi aggiuntivi del Colosseo è scaduta dal 2011 e da allora non c’è stato nessun nuovo “incarico” di gestione ufficializzato. E il 30 per cento di incassi che – dal 1997, data dell’ultima convenzione – sarebbe dovuto andare alla Soprintendenza, non è arrivato. Ad arrivarne, invece, sarebbe stato meno del 12 per cento. 
Ed ecco che il Deputato Mazziotti, di SC, ha presentato l’interrogazione a Franceschini. 
«Voglio chiedere al Ministro se sia legale la situazione di questi ultimi 5 anni in cui il servizio, come mi ha confermato il soprintendente Francesco Prosperetti, è gestito in modo “abusivo”, cioè senza atti formali neanche di proroga. E, poi, perché lo Stato avrebbe incassato quasi il 19 per cento in meno rispetto a quanto previsto dall’unico accordo vigente?».
Si parla, insomma, di quasi 9 milioni arrivati alle casse dello Stato, contro quasi 22 e mezzo che sarebbero dovuti entrare. In totale silenzio. 
«Franceschini si lamenta che le Soprintendenze e gli Archivi di Stato sono senza soldi. Ma gestendo meglio gli incassi dei beni del complesso del Colosseo, i soldi si possono trovare», commenta Mazziotti. A chi sarebbero andati, insomma, questi denari? Stando ai conti fatti da Scelta Civica a incassare sarebbero stati quei “Servizi Aggiuntivi” che da cinque anni vengono gestiti da una associazione temporanea di impresa composta da Mondadori Electa (famiglia Berlusconi) e CoopCulture (Lega Coop). Avrebbero, nell’ultimo lustro, incassato 35 milioni di euro, ovvero la metà degli incassi totali dal 2001 a oggi. E allo Stato, appunto, solo l’11 per cento. Nel silenzio generale. (MB)

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