11 gennaio 2017

Fino al 15.I.2017 Clara Garesio, Fiorire è il fine Museo Duca di Martina, Napoli

 

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«Si è artisti solo se non si può fare a meno di esserlo: almeno, per me, è stato così. L’arte è un dono, per molti versi una grazia, ma io ho dovuto curarlo, nutrirlo, proprio come ho fatto con i miei figli», dichiara Clara Garesio a proposito del suo impegno artistico. Per Thomas Mann essere artisti significava possedere ragione e sogni ed è proprio questa duplicità ad accompagnare da anni l’attività dell’artista piemontese. Il percorso di maturazione e di esplosione della sua tecnica è illustrato nella personale, a cura di Franco Bertoni, allestita presso il Museo Duca di Martina, immerso nella più che idonea cornice della napoletana Villa Floridiana. La mostra segna un punto fondamentale nella carriera artistica di Clara Garesio, presentandosi come un’antologica della sua attività, con uno sguardo che spazia dalla sua primissima produzione fino alla più recente. Inoltre, rappresenta un’altra tappa del dialogo con l’arte contemporanea che il Museo Duca di Martina sta instaurando, dall’esposizione, nel 2014, delle ceramiche di Lino Fiorito. 
Clara Garesio, Vasi anni ’50 ’60, foto Archivio dell'Arte Luciano e Marco Pedicini
È proprio uno stato di grazia quello che accompagna Clara Garesio nel suo percorso di artista e ceramista, iniziato precocemente, in seno alla propria famiglia, poi presso le più prestigiose scuole piemontesi, dapprima alla Civica Scuola d’Arte Ceramica di Torino e, in seguito, all’I.S.A. della Ceramica di Faenza. Successivamente, il suo stile approda verso una contaminazione e un ecclettismo peculiare, condizionato anche dal suo trasferimento in Campania, dove le culture delle ceramiche vietrese e di Capodimonte si uniscono a quella faentina. Fondamentale in questo senso è stata la sua attività didattica, che ha permesso a Garesio di sperimentare una accanto all’altra tecniche diverse, come ceramiche a smalti lucidi e sabbiati, porcellane e lavorazione a colombino. 
Installazioni, sculture, vasi e piatti riempiono gli ambienti con una forza pervasiva, in un fiorire eccezionale, un lussureggiante giardino dominato dalla maestria dell’artista nel modellare la materia. Ciò che stupisce è la grande varietà di stili che comunicano in modo vivace tra loro, con una creatività e inventiva unica. Così ci si trova di fronte al grande tondo Resurrezione (2009), dove il rococò di Capodimonte, il cromatismo vietrese e un delicato tocco piemontese si uniscono in un esuberante tripudio plastico. Ma ancor più interessanti sono le installazioni ambientali, sculture che prendono vita nello spazio, composizioni che suggeriscono un mondo onirico parallelo, fatto di forme e colori. Come i dedali sgargianti del Rebirth Mandala (2012), oppure la sinuosa danza di Fiorire è il fine (2015-16), l’opera che dà il titolo alla mostra, tra levigate corolle stilizzate, che trae ispirazione dalla vitale vegetazione di Villa Floridiana. Un altro dettaglio costante in molte delle composizioni di Clara Garesio è la mano, minuta, unica o moltiplicata, quasi a sottolineare la vocazione al lavoro dell’artista, che infatti sostiene: «prima viene la ricerca, poi il pensiero, ma è il lavoro che guida la creazione».
Annapaola Di Maio
mostra visitata il 20 ottobre 2016
Dal 22 ottobre 2016 al 15 gennaio 2017 
Clara Garesio, Fiorire è il fine 
Museo Duca di Martina, 
Via Domenico Cimarosa, 77 – 80127, Napoli
Orari: dalle 8.30 alle 14.00. Chiuso il martedì
Info: 848.800.288

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