17 gennaio 2017

I nuovi mostri

 
Come si combatte l'abbrutimento, non solo estetico? Tentiamo di andare un poco oltre le scritte e le acrobazie che nelle ultime ore hanno interessato il simbolo di Roma

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Imbarca sei milioni di turisti l’anno, ma non ha un sistema di sorveglianza adeguato, tantomeno notturno: “on abbiamo abbastanza personale per farlo”, ha dichiarato il Soprintendente Francesco Prosperetti. Incassa 11 milioni di euro (e dovrebbe “mantenere” anche i monumenti minori con il cosiddetto “Fondo di Solidarietà”) ma poi va a finire che si pensi a una “zona rossa” intorno al monumento, appena restaurato da Tod’s.
E va a finire che due brasiliani ubriachi, la scorsa notte, abbiano tentato di scavalcare i cancelli, e che oggi si sia scoperta la scritta “morte” (e “Balto”) che ha fatto il giro del web e non solo. Un orrore che ha fatto saltare sulla sedia Franceschini, che ha invocato pene più severe per chi compie certe azioni.
Certo, il Colosseo è solo la punta dell’iceberg, o quella di diamante, sfregiata. Pochi mesi fa, nella più tranquilla Rimini, il centro storico una bella mattina si svegliò scoprendo che qualche romanticone aveva scritto “Io e te 3 M sopra il cielo”, in rosso, su diversi monumenti cittadini. Sarà colpa di Federico Moccia? Anche. 
Sarà colpa del fatto che chi si permette di brandire una bomboletta, non per realizzare un murale o per scrivere qualcosa di sensato in pubblico, ma per fare un “dispetto”, o per lasciare una traccia cretina, non ha – scusate il francesismo – un cazzo da fare.
E vanno bene le pene più severe, va bene la sorveglianza, va bene quello che vi pare ma a monte ci sarebbe da evitare l’insorgenza di simili atteggiamenti idioti. Dovrebbe pensarci la scuola, la cultura, la televisione. Dovremmo pensarci tutti, ma sembra sempre più un’utopia. 
Forse se chi ha lasciato quest’impronta sapesse qualcosa della street art, dei writers, di cos’è una tag, di quello che è stato fatto con la vernice sui muri di San Basilio o Tor Marancia ci avrebbe pensato due volte prima di insozzare con l’idiozia che corrisponde sempre a simili azioni. 
Sulla vicenda ora sta indagando il commissariato Celio, che sta visionando le telecamere di videosorveglianza per risalire ai responsabile dell’atto vandalico. I restauratori in poche ore rimetteranno a posto la colonna, ma il problema sicurezza resterà. E ancora più profondo resterà il problema “civiltà”. Forse i 5 anni di reclusione previsti se passerà un disegno di legge più severo per il reato di deturpamento, danneggiamento e imbrattamento di beni culturali e paesaggistici saranno un deterrente, ma non contro l’ignoranza. (MB)

1 commento

  1. grazie per aver detto quello che pensiamo in molti sugli scarabocchi su monumenti, muri, treni, metro ecc. “chi fa una cosa simile non ha un cazzo da fare”. e l’ignoranza per credere di aver qualche personale diritto di imbrattare è di dimensioni abissale. fermare questa piaga è una brutta gatta da pelare (chiedo scusa alla gatta!).

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