19 gennaio 2017

Le conseguenze della Brexit

 

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In un sondaggio presentato durante l’opening della London Art Fair, in corso fino al 22 Gennaio, si legge che il 49 per cento dei galleristi ritiene fondamentale, per la permanenza della Gran Bretagna al secondo posto nella classifica delle grandi del mercato dell’arte, il libero movimento dei beni in Europa.
Così si esprimeva il mondo dell’arte a poche ore dal primo discorso della premier Theresa May sulle sorti della Brexit. Come prevedibile, però, la fuoriuscita della Gran Bretagna dall’Europa avrà luogo a breve, senza se e senza ma: fuori dalla Unione e dal mercato unico, più duri di così si muore. Niente più libero flusso di merci, capitali, servizi e persone tra gli Stati membri. Inizia così un momento di grande incertezza, comprensibili i timori, perché nessun mercato è tanto internazionale quanto quello dell’arte. Se Regno Unito e Europa tremano, molti dealer inglesi non si preoccupano troppo, perché più che dentro l’Europa, dicono, il commercio d’arte avviene verso Stati Uniti e Oriente, e con la sterlina che cala a picco la Gran Bretagna potrebbe diventare il luogo di grandi affari. 
Molti si augurano che Londra mantenga la propria posizione e che sia competitiva sul mondo dell’arte, evitando ulteriori tasse e molta inutile burocrazia. La parola ora passa alle due camere che, se approveranno l’ultima versione dei provvedimenti sulla Brexit, daranno il via a un lento sistema che porterà la Gran Bretagna fuori dall’Unione entro il 2019. Fino ad allora godiamoci Frieze. (RP)

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