20 gennaio 2017

Sliding doors un corno

 
Qualcuno, con l'albergo di Rigopiano, ha giocato identificando la scena con il film "Sliding Doors". Cosa sarebbe cambiato nella vita degli ospiti e dei dipendenti se si fosse lasciato l'hotel qualche ora prima? Ed è giusto lanciare accuse mentre ancora si contano "dispersi"?

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La vicenda dell’albergo di Rigopiano, in provincia di Pescara, ha del paradossale. Rischio valanghe a 4 su una scala di 5, un terremoto a valle, un proprietario che fa il check-out agli ospiti che sono pronti, e uno spazzaneve che non passa. Finché la montagna non crolla addosso, un paio d’ore prima dell’arrivo programmato del suddetto. Che poi non è detto sarebbe arrivato davvero, visto che la scena che si dipinge è apocalittica. E mentre l’Abruzzo trema, Pescara è sottacqua, e qui pare che tutta questa neve non si vedesse da trent’anni, è andato in scena il più beffardo dei destini. La slavina c’è stata davvero, ma forse il suo rischio è stato sottovalutato. E ora, sotto la neve e tra le macerie, a meno 10 gradi, ci sono ancora decine di corpi.
Che possa succedere anche questo, in Paese civile? Forse sì, perché la natura non fa sconti, non segue orari né burocrazie. 
Ma la Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e l’unico superstite, uscito per prendere un’aspirina in macchina, pare abbia lanciato messaggi che nemmeno la Prefettura è stata a sentire. Come se questo angolo di mondo nel bianco – e ora nel fango – non esistesse nemmeno in un’idea. Difficile pensare a un inferno bianco, impossibile dispensare le giuste colpe nella bufera. E in uno stato di emergenza che non accenna a finire dove la soluzione unica e possibile sembra andarsene. Ammesso che qualcuno aiuti nella fuga. (MB)

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