21 dicembre 2017

Trump contro l’arte

 

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Un giorno prima della 58esima Presidential Inauguration, The Hill ha comunicato che il neopresidente Trump ha in mente l’eliminazione del National Endowment for the Arts (NEA) e del National Endowment for the Humanities (NEH). La NEA, il Sovvenzionamento Nazionale per le Arti e la Ricerca, promuove la conoscenza delle arti offrendo supporto e fondi a progetti artistici promettenti (non a caso il suo slogan è proprio “because a great country deserves great art” ovvero “perché un gran paese merita una grande arte”). La NEH invece sostiene la ricerca, l’istruzione, la conservazione e i programmi pubblici che riguardano gli studi umanistici. Il rapporto citato da The Hill è abbastanza vago riguardo l’esatta origine delle informazioni sui piani della nuova amministrazione Trump, ma si riferisce a un progetto di bilancio condiviso tra il personale della Casa Bianca e lo staff della squadra di transizione del nuovo presidente. La diminuzione dei finanziamenti per il NEA e il NEH farebbe parte di una serie di misure restrittive per ridurre la spesa del governo di 10.5 miliardi dollari in 10 anni, in cui è prevista anche la privatizzazione della Corporation for Public Broadcasting (CPB), la società americana senza scopo di lucro creata per promuovere e sostenere la radiodiffusione pubblica.  
Non è la prima volta che la NEA e la NEH si trovano in situazioni simili, dato che entrambe sono state più volte bersaglio dei Repubblicani. Reagan aveva considerato di abolirle, ma alla fine optò per un taglio di budget, ridotto ancora più drasticamente nel 1996 sotto la presidenza Clinton dopo le accese polemiche scatenate dal lavoro di artisti come Andres Serrano e Robert Mapplethorpe.  
Ma non è tutto: The Hill ha rilevato che il bilancio Trump è conforme a un piano pubblicato l’anno scorso dalla Heritage Foundation (un think tank conservatore che da tempo propone l’abolizione della NEA) che prevede anche l’eliminazione di molti programmi governativi tra cui il Minority Business Development Agency (MBDA), la Violence Against Women Grants, e l’Office of Energy Efficiency and Renewable Energy. 
I cambiamenti dovranno comunque essere approvati con un lungo procedimento che coinvolgerà Camera e Senato, e che prevederà la possibilità per i direttori delle agenzie interessate di fare appello per richiedere modifiche. Staremo a vedere. (NG)

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