27 gennaio 2017

Bologna, in città/5. “Centrum Naturae”, ovvero il video “nudo” di Giovanni Gaggia e Mona Lisa Tina al Cassero LGBT center

 

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«Il video contiene alcune scene di nudo». Questo l’avvertimento rivolto al pubblico della proiezione di Centrum Naturae, docufilm della performance omonima dell’ensemble artistico Giovanni Gaggia e Mona Lisa Tina, presentato ieri a Bologna al Cassero LGBT center.
Come non soffermarsi su questa frase, che dapprima suona anacronistica – è possibile che la nudità nel 2017 sia ancora un tabù? Tanto più considerando la storia della performance internazionale che ha fatto del corpo nudo uno strumento espressivo potentissimo!
Ma la stessa frase mostra poi un sentire comune ancora effettivamente irritabile e ri-suona svelando che la carnalità nell’azione dei due performer merita un’attenzione profonda e delicata.
Centrum Naturae è infatti un progetto che dà forma all’incontro tra i corpi, al calore dello scambio e alla fusione identitaria che può risultarne, quella tra Gaggia e Tina e del pubblico con loro, chiamato a interagire durante la performance che nel 2014 è stata ambientata nella ex Chiesa Santa Maria Maddalena di Pesaro.
Il video (nelle foto di Alessandro Giampaoli), realizzato con le riprese di Simona Bramati e le musiche di Roberto Paci Dalò, è sì il documento di quella lunga azione performativa durata più di sette ore testimoniata in circa 25 minuti, ma ne è anche un’interpretazione, filtrata dal montaggio, con risultati estetici molto impattanti in tutto il valore pittorico, plastico e fortemente simbolico dei singoli elementi messi in campo.
Se ne è parlato, a cornice della proiezione, con Angel Moya Garcia co-Direttore per le Arti visive dell’Associazione Culturale Tenuta Dello Scompiglio di Lucca e Cristiana Natali docente di Antropologia culturale e Metodologie della ricerca etnografica dell’Università di Bologna, moderati dal direttore artistico del Gender Bender Festival Daniele Del Pozzo alla presenza degli artisti.
Sono emersi spunti e spinte intorno al concetto di nudità intesa come totalità dell’essere umano al di là dei generi e delle biografie, sulla centralità del contatto fisico ed empatico, e sull’efficacia, terapeutica, del dialogo col pubblico in entrambe le direzioni. 
Gaggia e Tina con questo lavoro suggeriscono l’esigenza di recuperare i significati del corpo, «un corpo assoluto non più maschile né femminile» e delle sue molteplici modalità comunicative, in un atto che definiscono politico/poetico che oltrepassa i limiti culturali; e lo hanno fatto mettendo al “centrum” della riflessione la loro intimità, affidata ad un atto rituale di svestizione e cancellazione della sessualità connotata – in rapporto all’architettura sacrale – e offrendosi al pubblico con un gesto sacrificale-catartico, dai forti rimandi antropologici.
La potenza del messaggio performativo, raccontato dal supporto video, raggiunge eccezionali effetti emotivi. Dopo il lancio in anteprima nazionale a Roma, per la scorsa Giornata del contemporaneo, questa in occasione di Arte Fiera è stata la seconda proiezione, ospitata dal Cassero proprio dove si annuncia una replica della performance il prossimo autunno. (Cristina Principale)

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