31 gennaio 2017

Anche Verona ha il suo “Terzo Paradiso”. Trentasette metri di specchi, firmati da Michelangelo Pistoletto, arrivano all’Arena

 

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Anche Verona ha il suo Terzo Paradiso: da oggi al 28 febbraio i visitatori dell’Arena potranno ammirare e percorrere la celebre opera di Michelangelo Pistoletto che sta facendo il giro del mondo. 
L’idea nasce nel 2003 con un manifesto in cui Pistoletto chiama l’arte ad assumere il proprio ruolo nel percorso di trasformazione responsabile della società e associa a questo impegno un simbolo: la riconfigurazione del segno matematico dell’infinito ai cui due occhielli contigui se ne interpone un terzo, intersezione e mediazione degli opposti, luogo dell’ideale armonia che il primo paradiso – quello naturale in cui risiede l’origine dell’uomo – e il secondo – quello artificiale da lui costruito per il “benessere” della specie – dovrebbero auspicabilmente raggiungere. Il progetto, presentato per la prima volta alla Biennale di Venezia nel 2005 (dove era tracciato direttamente nella terra), è stato da allora esportato in tutti i continenti: a Cuba venne realizzato con piccole imbarcazioni, a Roma (Terme di Caracalla) con resti archeologici, a Parigi (Louvre) con degli stracci colorati, a Ginevra – per celebrare i 70 anni dell’ONU – con pietre provenienti dalle 193 Nazioni aderenti; a Milano divenne flash mob e coinvolse mille studenti, a Verona è ora il turno degli specchi. 
Da installazione museale ad arte pubblica a operazione collettiva, il Terzo Paradiso si sta trasformando: non si tratta più soltanto di ciclo artistico ma di un movimento culturale in grado di veicolare tematiche ecologiche, ambientali e sociali coinvolgendo il pubblico e i visitatori in maniera diretta, entrando nella quotidianità, parlando un linguaggio universale. Un concept – la ricerca di un equilibrio stabile tra naturale e artificiale – e un simbolo di nuova fondazione e infinita replicabilità, per una serie di opere site specific che non solo vanno alla ricerca del genius loci del luogo in cui si inseriscono ma citano varie tappe della storia dell’arte e del percorso artistico di Pistoletto: il richiamo alla scultura classica, gli stracci, gli specchi sono medium tipici dell’operare dell’artista dagli anni Sessanta ad oggi. In Italia il Terzo Paradiso ha già chiamato alla riflessione diversi luoghi e città, dalle citate Terme di Caracalla a Roma al Museo di Santa Giulia a Brescia, da Parma a Milano ad Assisi e ora Verona dove Pistoletto è chiamato a intervenire nel suo cuore pulsante e ferito: l’Arena, simbolo identitario della città scaligera e sede di un festival prestigioso e centenario – quello della lirica – oggi pericolosamente minacciato dalla crisi che da più di due anni ha investito Fondazione Arena di Verona. Tra la sabbia della arena scorrono 37 metri di specchi, dall’alto della cavea splende il triplice anello del Terzo Paradiso, in un continuo cangiare di riflessi e riverberi tanto mutevoli quanto lo è il cielo sull’anfiteatro, chissà se basterà a riportare l’equilibrio, non solo tra naturale e artificiale, ma tra il passato e il futuro della città. (Jessica Bianchera)

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