15 febbraio 2017

Concedere l’Acropoli alla moda? Un’umiliazione. E la commissione archeologica di Atene rifiuta il malloppo offerto da Gucci

 

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Un milione sarebbe andato per l’affitto dell’Acropoli, e altri 55 milioni di euro sarebbero andati per i diritti a girare e promuovere in giro per il mondo il filmato della passerella: 900 secondi di show, firmato Gucci.
La trattativa, però, sul tavolo della Commissione Archeologica della Grecia da qualche mese ha trovato solamente un secco no, nonostante i fondi per la cultura sempre più ridotti all’osso nel Paese ellenico. 
Ma proprio di una cultura e di una storia senza prezzo ha parlato la Commissione: “Il valore e il carattere dell’Acropoli è incompatibile con un evento di questo tipo” e Dimitris Pantermalis, direttore del bellissimo museo sotto la “pietra sacra”, ha rincarato dicendo che il sito non ha certamente bisogno di pubblicità.
Gucci aveva avanzato la sua richiesta ricordando come nel 1951 i marmi e le colonne del Partenone avessero fatto da palcoscenico a una sfilata di Christian Dior e poi come location per spot di Coca-Cola, Lufthansa e Verizon, oltre che per un servizio fotografico di Jennifer Lopez non autorizzato. Insomma, greci devoti agli Dèi o pronti a sputare sulla divina provvidenza, che forse avrebbe permesso qualche lavoretto in più al sito? 

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