15 febbraio 2017

Turismo velenoso. Allarmismo gratuito o condizione da non sottovalutare per l’Italia e Venezia in particolare?

 

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L’allarme lo lancia Ernesto Galli della Loggia, dal Corriere. Serve un ente nazionale che governi il turismo, perché sennò l’Italia – e Venezia in particolare – sprofonda.
“Il nostro patrimonio urbano, paesaggistico e artistico è sull’orlo del collasso. E di questo collasso, delle sue cause e dei suoi modi Venezia, grazie alla sua assoluta unicità, è il simbolo massimo. A cominciare per l’appunto dalle cause di un tale collasso. E allora, proprio prendendo l’esempio di Venezia, diciamolo chiaro e forte: oggi è principalmente il turismo a mettere in pericolo il futuro del Bel Paese”, scrive Galli della Loggia.
Che prende in esame i dati, anche partendo dagli ultimi ingestibili ingorghi carnevaleschi: 30 milioni di turisti ogni anno, solo in laguna: mezza Italia insomma. Il problema è sempre il medesimo: Venezia fantasma, Venezia alberghi e rivendite di maschere fatte in Cina e Limoncello, Kebab e vecchi bacari, Venezia città che muore sotto il peso di un ingresso libero e incontrollato.
Sarà vero? Dal Corriere si tira in ballo il Sindaco Luigi Brugnaro e la sua idea espressa intorno al turismo: «Quando hai fame prima pensi a riempire il frigorifero, poi a mangiare meglio. Se elimini il turismo si svuota il frigo e non mangiamo più», dice il primo cittadino. “Lo sfruttamento selvaggio delle risorse turistiche ha così creato a Venezia come in molti altri luoghi della Penisola un vasto intreccio d’interessi che tiene insieme tanto i proprietari del frigo che quelli che hanno il permesso di aprirlo solo una volta al mese: un intreccio che risulta virtualmente inespugnabile e mira in pratica a essere il padrone della politica locale e delle sue decisioni”, si rimarca. 
E allora? E allora c’è poco da fare, specialmente perché viene chiamato in causa un ente nazionale responsabile per il turismo che non c’è, ma “solamente un’agenzia volta alla promozione dell’offerta turistica e peraltro da tempo immemorabile agonizzante per totale mancanza di fondi e dunque ridotta all’impotenza”.
Continua Galli della Loggia (troppo apocalittico?) scagliandosi contro la mancata pianificazioni di veri obiettivi, di incentivi o disincentivi, e – dalla parte dei turisti – a favore di una prevenzione dei danni (leggi furti) che essi subiscono, specialmente i non italiani. E al di là del paventato “tessuto veneziano” di veneziani, c’è appunto anche la questione del sindaco-monarca: “Può decidere di progettare un nuovo terminal marittimo o un nuovo canale che consenta di accrescere l’afflusso in laguna delle grandi navi? Che sempre lui da solo possa consentire feste ed eventi devastanti tipo Carnevale, rinviare sine die il piano per il traffico acqueo, rilasciare licenze di ogni tipo, salvo poi, quando per qualche ragione monta la protesta, allora dare il via a tutto uno scaricabarile?”. Materiale da discuterne ce n’è.

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