17 febbraio 2017

Fino al 18.II.2017 Michele Spanghero, Monologues Spazio Ridotto – Zuecca Project Space, Venezia

 

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Ultimi giorni della personale “Monologues” allo Spazio Ridotto – Zuecca Project di Venezia che s’impone come fiore all’occhiello di un anno particolarmente intenso per Michele Spanghero. Abbiamo provato a ricapitolarlo, perché se è vero che non è la quantità (di mostre), ma la qualità (della ricerca e dei suoi esiti) a fare la differenza, è altrettanto vero che una concentrazione così alta d’eventi in uno stesso anno ha costituito un’opportunità senza precedenti di approfondire una della ricerche artistiche più interessanti del panorama nazionale. 
Lo spazio veneziano presenta una nuova tappa del progetto Monologues che, dal 2014 ad oggi, ha coinvolto 12 tra i maggiori teatri storici italiani – come il San Carlo di Napoli e il Regio di Parma – rappresentati attraverso sculture sonore, fotografie e video, come avviene in questa mostra dedicata al Teatro la Fenice nel ventennale dell’incendio che la distrusse. Assieme a Zuecca Project Space Spanghero ha presentato il progetto Monologues anche negli Stati Uniti con una personale all’interno della programmazione di Expo Chicago, che, accanto alla partecipazione alla collettiva Till It’s Gone al museo Istanbul Modern, conferma l’attenzione internazionale che il lavoro dell’artista sta attirando.
Monologues è un progetto di sound art che mira a registrare, partendo dal silenzio, la risonanza acustica delle sale teatrali vuote e trova il suo nucleo più profondo nelle sculture sonore Echea, al cui interno risuonano tali registrazioni, esempi di come tra i lavori dell’artista siano proprio le sculture sonore ad essere sempre più apprezzate per intensità e raffinatezza delle soluzioni formali. È noto, ad esempio, il grande interesse suscitato da Listening is Making Sense (2012) esposta alla 16a Quadriennale d’Arte di Roma, nella sezione Periferiche a cura di Denis Viva, così come recentemente ad Artefiera a Bologna – allo stand della Galerie Mazzoli – non è sfuggita all’attenzione dei visitatori Ad Lib. (2016), scultura costituita da un grande organo a canne che suona ritmicamente grazie ad una macchina medica per la ventilazione polmonare. 
A comporre il puzzle della complessità di quest’area della produzione di Spanghero non possiamo non citare le personali ad essa dedicate: Ad libitum, a cura di Chiara Ianeselli, al TRA di Treviso, Natura Morta, a cura di Davide Bevilacqua, alla Fondazione Ado Furlan di Pordenone e Timber alla Galerie Mazzoli a Berlino. Ad cui si aggiungono l’installazione Audible Forms al Museo Revoltella di Trieste e la partecipazione alla collettiva Alchimie alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia.
Michele Spanghero, Monologues, vista della mostra
Ancora troppo poco esposta rimane, invece, la ricerca puramente fotografica di Spanghero, di cui il pubblico ha potuto ammirare 35 scatti inediti della serie Studies on The Density of White nella personale Spacing, curata da Stefano Coletto presso lo spazio Multiplo di Padova, immagini di un lavoro in continua crescita (iniziato nel 2010), dal fascino minimalista, che sfida i limiti dello scatto fotografico attraverso un’astrazione dell’architettura tipica del disegno o della grafica. 
Saggi dell’ampiezza della ricerca di Spanghero non sono mancanti sul versante dell’arte pubblica con la scultura Dià (2016) collocata in alta montagna sul monte Pal Piccolo per Walking. Arte in cammino, progetto incentrato sulla memoria della Prima Guerra Mondiale a cura di Michela Lupieri e Giuseppe Favi; la collocazione in situ dell’opera permanente Pebbles (2015) al Castello di San Vito al Tagliamento che segue l’assegnazione del Premio In Sesto nel 2015 e l’installazione sonora site specific Guttatim nel Battistero di Udine per il festival Il suono in mostra. 
Un ricco corpus di mostre e partecipazioni – a cui va aggiunta la performance al contrabbasso Almost Solo per la chiusura della Quadriennale a Roma – che rende tangibile come la ricerca di Spanghero si stia imponendo con sempre maggior forza sulla scena artistica italiana.
Silvia Conta
mostra visitata il 10 febbraio
Dal 22 dicembre 2016 al 18 febbraio 2017
Michele Spanghero, Monologues
Spazio Ridotto
Calle del Ridotto – San Marco, Venezia
Info: http://spazioridotto.tumblr.com/

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