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Si fa, non si fa; il terreno è a rischio idrogeologico; le periferie sprofondano e questi pensano allo stadio; dimissioni, malumori. Ne abbiamo lette e sentite e viste di tutti i colori negli ultimi giorni intorno al non ancora costruendo stadio della Roma e, posto che sorvoliamo sul fatto che sia “buono” o “cattivo” pensare a un’opera del genere con l’aria che tira nella Capitale, ecco che l’ultimo altolà arriva dalla Soprintendenza ai Beni Culturali.
L’ultima nota che stona sul nuovo impianto è firmata dalla Soprintendente Margherita Eichberg, e parla di un vecchio vincolo dell’ippodromo di Tor di Valle, inaugurato alla fine degli anni ’50, quanto parte del terreno circostante: “La tribuna è un esempio rilevante di architettura contemporanea”, si legge nel documento. Ergo non si può disfare. E in più, “la visuale dell’impianto dovrà essere lasciata libera da opere in elevato”. Insomma, l’area dove dovrebbe sorgere il nuovo campo base dell’AS Roma sarebbe “limitata”, e se si pensa che oltre alla demolizione del vecchio ippodromo vi è anche il progetto dei tre grattacieli…beh, fate un po’ conti. Vedremo come andrà a finire il prossimo 3 marzo, quando si riunirà la Conferenza dei servizi che dovrà dare il parere definitivo per il nulla osta all’inizio dei lavori. In bocca al lupo!