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“Specchio delle mie brame, chi sono il più bello e la più bella del reame?…pardon della Galleria Nazionale”?. La citazione è pop e non vuole essere una critica radical cheap nei confronti della fase finale del “Museum Beauty Contest”, l’ormai noto e discusso concorso di bellezza organizzato dall’artista spagnolo Paco Cao alla Galleria Nazionale. Dei 35 ritratti di uomini e dei 35 ritratti di donne inizialmente selezionati (eseguiti dai primi anni del XIX secolo fino alla fine del XX secolo, da grandi maestri insieme ad artisti meno noti e alcuni addirittura anonimi) apprendiamo oggi che 18 uomini e 18 donne (sempre ritratti) hanno passato il turno attraverso il televoto online. Nell’attuale fase finale del concorso i “finalisti” esposti nella galleria principale del museo potranno essere votati sia dai Millennials online (sul sito GAN) che di persona, inserendo la scheda nell’urna apposita dopo aver passato in rassegna i “concorrenti”. Miss e Mister Galleria Nazionale saranno proclamati il 27 marzo e diverranno gli ambasciatori della celebre istituzione museale per il 2017.
Piace, non piace? È il museo di oggi bellezza, verrebbe da dire. Dove la liturgia esposta somiglia a quella di un reality o di un talent show. Ma la strada per l’autonomia museale, prevista dalla legge Franceschini e a cui anche questa istituzione dovrà arrivare, è lunga e accidentata. E prevede anche un Museum Beauty Contest come questo di Paco Cao, con il quale il creativo spagnolo compie un esperimento socio-antropologico rivolto al cittadino comune, forse annoiato del classico format museale e, per l’occasione, catapultato in un set da “Truman Show”.
La scommessa della Galleria Nazionale è di stabilire un coinvolgimento emozionale tra pubblico e opera affinché ciascuno dei visitatori possa elaborarne la propria interpretazione. Con il dipinto più bello o con il ritratto del modello più bello (pare vada molto forte l’inossidabile Giuseppe Verdi ritratto da Giovanni Boldini nel 1886). Interrogando tutti, democraticamente, sul senso della bellezza oggi.
E se forse la bellezza non ha molte chance di salvare il mondo, ci auguriamo che questo concorso raggiunga l’obiettivo: incrementare i visitatori delle straordinarie collezioni della Galleria Nazionale, anche se è tutto da vedere se tattiche lontane dall’istituzione museo poi funzionino effettivamente. E per collezioni non intendiamo solo quelle di cui si è parlato tanto in occasione del riallestimento, ma anche di quelle minori (i “bellissimi” oggi in mostra) fino al nucleo di opere di Balla donate dalle figlie e di cui, sempre oggi, è stata presentata una bella mostra.