21 febbraio 2017

Stadio della Roma: Grillo parla di “criteri mai visti” per la costruzione, mentre Franceschini è freddo: “Il Mibact non può condizionare la Soprintendenza”

 

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I taxisti scioperano, e gli autobus non passano. Non c’è stato un giorno del mandato di Virginia Raggi che non sia stato costellato di polemiche e la città di Roma – vox populi – è ai minimi storici. Hanno dichiarato di non volere le Olimpiadi per paura di infiltrazioni di una nuova Mafia Capitale e di fronte alla Nuvola di Fuksas si è gridato, proprio all’opening, allo sperpero di denaro. E ora vogliono fare un super stadio all’ex ippodromo di Tor di Valle (in home page nella foto di David Brunetti) e costruire pure tre grattacieli? Perdonate la facilloneria, ma tutta la vicenda ha il sapore di una barzelletta. 
Comprese le ultime dichiarazioni di Beppe Grillo, costretto a scendere in campo sulla questione garantendo che lo stadio non lo farà un palazzinaro ma un costruttore serio. Grazie. 
Peccato che alla riunione i Cinque Stelle abbiano escluso il Presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito e il capogruppo Paolo Ferrara, forse proprio perché i più ostili alla costruzione del mega complesso sportivo alla periferia sud della Capitale. Secondo il leader Grillo, poi, il progetto diventerà “comunitario” e “condiviso”: “Sentiremo la popolazione interessata dal progetto e con loro potremo costruire una cosa straordinaria”.
E per una volta, invece, il Ministro Franceschini – solitamente pronto e disponibile alle grandi imprese – si rivela freddo: “Le soprintendenze sono autonome e indipendenti e il Ministero dei Beni culturali non ha alcuna possibilità di condizionarne le scelte”. Una patata bollente davvero, e non nel senso usato da Libero. 

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