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Non riesce a conquistare la statuetta Fuocoammare di Gianfranco Rosi: Lampedusa non ha fatto colpo su Hollywood, e l’Oscar per il migliore documentario va a O.J. Made in America.
Un piccolo, ma nemmeno troppo, tributo all’Italia è invece per la parte tecnica: il make-up di Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregoriani, con Christopher Allen Nelson, per il film tratto dai fumetti Marvel Suicide Squad è il migliore tra i film in finale a questa 89esima edizione dei premi più importanti della storia del cinema.
Per il resto la notte di Los Angeles è andata come doveva andare: La la land si è portato a casa parecchie statuette, come previsto: Emma Stone (in home page) è “Miglior Attrice”, Damien Chazelle è “Miglior regista”, City of stars è la miglior canzone, Oscar per la scenografia e fotografia, mentre il miglior film è però Moonlight, che strappa la nomina proprio a La la Land, in una gaffe di Warren Beatty che lo annuncia vincitore, con la busta sbagliata.
Dulcis in fundo? La standing ovation per Meryl Streep (sopra), “l’attrice sopravvalutata” secondo Donald Trump, che se ne è stato zitto zitto senza twittare, e qualcuno ci ha pure scherzato su, ma senza esagerare. Nonostante le previsioni.