28 febbraio 2017

Una zucca da 800mila euro di Yayoi Kusama danneggiata all’Hirshhorn Museum di Washington. La colpa? Di un selfie

 

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E ci risiamo: prima il ragazzo che si siede in braccio a un gesso di Brera per farsi una foto e lo mutila, poi il visitatore che inciampa nella statua in Portogallo, e prima ancora i selfie-stick banditi dai musei di mezzo mondo perché al Louvre a rimetterci erano Guido Reni e compagni. 
L’ultima storia, invece, è di poco fa: il 23 febbraio all’Hirshhorn di Washington ha aperto “Kusama. Infinity Mirrors” e dopo pochissimi giorni un visitatore, intento a “selfarsi” nell’installazione All the Eternal Love I Have for the Pumpkins (2016, sopra), ovvero la stanza-specchio che riproduce all’infinito la distesa delle zucche, è riuscito a calpestarne una e l’installazione ha dovuto chiudere. 
Peccato che una zucca di Kusama abbia di media un valore di 800mila euro, e non si sa se il “selfer” è stato rintracciato. In tutti i modi se siete tra quelli che non ce la fanno a non immortalarsi davanti o dentro le opere, tenete gli occhi puntati sulla prossima mostra alla Saatchi di Londra, che chiederà al pubblico di presentare la propria fotografia.

1 commento

  1. Zucca più zucca meno che sarà mai, penserete mica che sia arte, ma dai una zucca con dei pois, si forse la prima 50 anni fa ora è un prodotto uno dei tanti, come i cerchi finti di pietra di Long, i pali spennati di Penone, prodotti fatti per allocchi che non sanno che cosa è arte ma che hanno tanti dindini da buttare dalla finestra e voglio sembrare di essere trendy… intanto la povertà avanza …

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