05 marzo 2017

Cartoline da New York/8. Giulio Paolini e il “pictor optimus” Giorgio De Chirico in dialogo a Soho, negli spazi di CIMA

 

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Nel 2014, in pieno Soho, precisamente al 421 di Broome Street, ha aperto CIMA, acronimo di Center Italian Modern Art. CIMA è un’organizzazione no profit che si occupa di valorizzare l’arte italiana attraverso mostre e borse di studio per giovani studiosi di storia dell’arte. Anima di questo bel progetto è Laura Mattioli, erede di quell’importante e ricca collezione messa in piedi dal padre Gianni Mattioli. Molti pezzi della Collezione Mattioli sono stati prestati a musei di tutto il mondo, ma nessuno è entrato in modo permanente in un museo italiano, non per volontà della famiglia, ma per la scarsa capacità delle nostre istituzioni ad allacciare relazioni feconde con il collezionismo, così una serie di opere sono finite in deposito a lungo termine alla Peggy Collection di Venezia, rimanendo per fortuna in Italia ma in un’istituzione straniera. 
Fino al 24 giugno CIMA ospita un raffinatissimo vis à vis tra Giorgio de Chirico e Giulio Paolini. Quest’ultimo si è sempre dichiarato affascinato dal “Pictor optimus”, ma immaginare come questa fascinazione potesse esprimersi è un esercizio curatoriale di non poco conto. E la mostra, attraverso il confronto tra opere pur diversissime – bianche e geometriche quelle di Paolini ,colorate e figurative quelle di de Chirico, autoritratti concettuali e scene che si rifanno alla tradizione classica – rivela lo sguardo attento che Paolini ha rivolto sull’artista della Metafisica. 
L’operazione è riuscita, il luogo è molto bello (difficile immaginare il contrario), lo staff gentile e competente, in breve un’eccellente e calda pausa in una New York arrivata abbondantemente sotto zero.

In home page: Giulio Paolini, Autoritratto nudo (2014-15). © Giulio Paolini. Courtesy Archivio Giulio Paolini, Torino

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