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Talmente perfetta e coordinata da apparire non solo studiatissima, ma quasi “indicata” dallo stesso museo. Che ovviamente però non ha commentato il gesto.
Parliamo dell’ultimo episodio delle proteste contro le sponsorizzazioni dei musei da parte delle grandi holding petrolifere, che si è spostato da Londra e dalla Tate (simbolo della rivolta verde contro la BP) a Parigi, e più precisamente al Louvre, sullo scalone che porta alla Vittoria Alata di Samotracia.
Qui circa 40 attivisti, tutti vestiti in nero, si sono spogliati delle proprie giacche, sciarpe e camicie (nere) e le hanno disposte a formare una macchia gigante sui gradini immacolati, immortalati da decine di visitatori. Sui volantini distribuiti la frase “Total sostiene il Louvre / Il Louvre supporta Total”, con l’hashtag #zerofossile.
Un’azione performativa durata tre minute, prima del “ritorno all’ordine”.
La protesta fa parte di una campagna lanciata nel mese di gennaio (e firmata da 10mila persone) a nome del gruppo “Libérons le Louvre” che chiede al museo di porre fine al suo accordo di sponsorizzazione con il gigante petrolifero, che dura da quasi vent’anni. Partnership che, secondo il direttore Jean-Luc Martinez, non è assolutamente discutibile, perché Total fornisce un “sostegno finanziario decisivo in termini di produzione di mostre, lavori di ristrutturazione, formazione culturale e azione sociale”, aveva scritto in una missiva indirizzata alla ONG 350.org. Vedremo come andrà a finire.
Nelle foto: La protesta di “Libérons le Louvre” lo scorso 5 marzo. Photo Geoffroy Van Der Hasselt/AFP/Getty Images