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L’idea è semplice ma ha un suo perché. Flora Hanitijo, fotografa canadese, invita i suoi amici a casa, e fin qui niente di speciale. Gli chiede di dormire, o almeno di farsi un pisolino, e poi lei li fotografa.
Così è nato Silence un’antologia del privato, dell’intimità, di quei momenti dove pensiamo che nessuno ci vede e che soprattutto sono di abbandono totale. Per Flora Hanitijo questo progetto in realtà ha un’altra origine: ritrovare la calma, il silenzio appunto, dopo la diagnosi di tumore
per entrambi i genitori. Da qui, poi, l’idea è andata avanti.
Le foto non sono clamorose, ma funziona l’idea se al posto di quello o quella che vediamo ci fossimo noi. Inermi e indifesi. Come sono loro. Mentre noi tutti diamo spazio a quel voyerismo innato in chiunque o, al peggio, diventiamo dei Grandi Fratelli.