12 marzo 2017

Pietre non per dividere, ma per costruire. E a Parigi i “blocchi” anti-migranti diventano sculture

 

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L’area è tra le più calde della periferia di Parigi: Porte de la Chapelle, a nord di Montmartre. Qui, oltre ad una vasta comunità di immigrati – anche di seconda generazione – il comune ha pensato bene di aggiungere un po’ benzina al fuoco, che da anni contraddistingue altre banlieue della Capitale francese, aprendo lo scorso novembre un centro di accoglienza per migranti. 
Che è successo però? Che insieme ai migranti sono state messe anche una serie di blocchi di cemento per “impedire” ai rifugiati di accamparsi davanti al centro. Una soluzione che dire poco ortodossa è dire poco, anche perché ci chiediamo in quale altro luogo possano stazionare queste persone, se non davanti alla struttura che li “accoglie”. 
Ma che c’entra l’arte? C’entra, perché un gruppo di artisti arrivati con una “chiamata” via facebook attraverso la pagina “Cœurs de Pierre et Solidaires”, dagli scorsi giorni si è messa a intagliare, scolpire, dipingere e spostare le pietre, “perché con le pietre non si limita la libertà, ma si costruiscono case”, è stato il messaggio. Una dimostrazione bloccata dalla polizia, che ieri il gruppo ha voluto replicare. Speriamo con successo.

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