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Milano città “place to be” ha una nuova galleria, seppur temporanea, e seppur ospitata in uno spazio che si occupa di moda: è infatti la napoletana Umberto Di Marino che trasloca al 15 di via Lazzaretto (piena area di Porta Venezia), negli spazi Maria Calderara a Milano, vecchio edificio industriale recuperato per accogliere le ricerche del fashion.
Il ciclo espositivo, nato grazie al supporto della collezionista Maria Calderara e Novelio Furin, inizia stasera, con una conversazione “oltre il tempo e lo spazio” tra Luca Francesconi (Mantova, 1979) e Vettor Pisani (Bari 1934 – Roma 2011).
Il progetto, intitolato “Mascaret (with Vettor Pisani)”, mette in scena le ricerche di Francesconi che, nel corso degli ultimi anni, ha esplorato il terreno comune di Pisani con la sua pratica artistica, prendendo in considerazione le simbologie archetipe e la speculazione filosofica sulla trascendenza della materia, la commistione di sacro e profano, il sovrapporsi di nascita e morte, l’intrecciarsi di arte e critica d’arte.
Scrive Francesconi: «Vettor Pisani è un mio amico, io non l’ho mai conosciuto […] Vettor m’interessa due volte: per la sua opera ed ancor più per la sua persona, la quale – strano a dirsi di chi non si è mai incontrato – è la vera ragione per cui abbiamo deciso di dar vita a questo incontro. Mi è sempre più chiaro che la sua storia d’artista è l’incarnazione migliore, la sintesi più pertinente della disattenzione che l’arte italiana subisce da molti anni a questa parte ad opera di se stessa […] Ho trovato tragicamente grottesche (ma del resto Vettor amava la tragedia), goffe e – diciamolo – molto tamarre, le persone che in questi ultimi tempi hanno parlato di riscoperta dell’artista. Avrebbero dovuto, più correttamente, parlare della loro ignoranza, della miseria intellettuale di provinciali sconfitti che rappresentano». Come il mascaret, un fronte d’acqua che risale il corso di un fiume attratto dal magnetismo della luna, un’occasione per scoprire come le pratiche dei due artisti sono dirette a lasciar affiorare la parte più ignota del rappresentabile. Appuntamento alle 18.