In quelli che erano gli spazi di Peep-Hole, in via Stilicone 10, proprio di fronte alla sede milanese di Lia Rumma, da oggi e fino al 20 maggio si trasferisce galleria ZERO…, che contestualmente ha inaugurato (il 29 marzo) la mostra “Scarecrows” di Massimo Grimaldi negli spazi di viale Premuda.
Qui, invece, la collettiva si intitola “The act of drinking a coke by yourself is the lowest form of art”, ovvero “L’atto di bere una coca da soli è la più forma più bassa d’arte”.
Un piccolo piacere metafisico, tra dolcezza e bollicine, che sembra collegato ad Andy Warhol e ai suoi miti ma che poi, all’atto pratico “come capacità dell’uomo di emanciparsi da una visione strettamente naturalistica, per immaginare forme di salvezza un po’ fuori dal tempo” si mostrano opere di Pietro Roccasalva, Joao Maria Gusmao + Pedro Paiva, Micol Assael e Hans Schabus, e il cortocircuito è fatto: la coca cola e la forma “bassissima” dell’arte sono un pretesto per mettere in scena risultati “post” (media, concettuali, poveristi) realizzati nell’ultimo triennio, a volte un poco difficili da associare.
Al piano superiore invece la Fonderia Battaglia mette in scena due anni di lavoro con gli artisti: una sala è dedicata a Marta Pierobon, in residenza ora (sopra), mentre “Bronze is now” raccoglie pezzi di Elisa Strinna, T-Young Chung, Alberto Scodro, Arianna Carossa e Sara Enrico, tra gli altri. Il tema? Facile: come gli artisti di oggi riescono a tradurre il loro pensiero usando uno dei materiali più antichi del mondo, il bronzo appunto. Battaglia, infatti, da un paio d’anni offre ai giovani la possibilità di usare le proprie stanze, di poter seguire il lavoro dal prototipo alla patina, e di avere ovviamente anche la mostra finale. E così, nel bellissimo spazio, vanno in scena una serie di opere che sembrano piccole miniature, preziose, di un connubio – antico e contemporaneo – che ci appare naturalissimo.
.jpg)
