07 aprile 2017

Una grande dame a Venezia. Victoria Miro apre il suo spazio espositivo nella città lagunare. Raccogliendo l’eredità della storica galleria Il Capricorno

 

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Più che un passaggio di testimone, un’affermazione di continuità. La signora della Brit Art, Victoria Miro, inaugurerà, il 10 maggio, in pieno fervore Biennale, una nuova sede veneziana che proprio nuova non è, visto che si tratta degli spazi della galleria Il Capricorno, gestita, dal 1970, da Bruna Aickelin, altra grande presenza dello star system dell’arte. «Le nostre vite sono sempre state intrecciate e mi sento privilegiata nel consegnare il testimone della mia galleria a Victoria», ha detto Aickelin. Le due donne hanno lavorato spesso insieme, proponendo una linea di ricerca basata su un intuito fuori dal comune, condividendo scommesse e successi.
Tempo ne è passato da quel 1985, anno in cui Miro, figlia di famiglia middle class, moglie di un uomo d’affari, madre di due figli, aprì la sua prima galleria, 70 metri quadri a Cork Street, che stava diventando la strada dell’arte contemporanea per antonomasia. Da allora, le sedi sono diventate decisamente più spaziose e hanno ospitato operazioni significative, succedutesi a ritmo serrato, da Peter Doig a Yayoi Kusama, da Doug Aitken a Elmgreen & Dragset. Fino alle collaborazioni con Aickelin, per le mostre di Hernan Bas, N.S. Harsha e Grayson Perry, tra gli altri. È confortante pensare che la decisione di aprire la prima galleria non londinese proprio a Venezia e in quel preciso luogo, sia stata presa anche per una questione di affezione e, infatti, non è la prima volta che la Miro ci prova alle nostre latitudini. Successe a Firenze, nei tardi Eighties e finì presto, nel 1991, con poco successo. In effetti, l’Italia è un paese che ha conosciuto e imparato ad amare nel corso degli anni, grazie anche ai molti viaggi compiuti fin dall’infanzia. 
Questa volta, però, la situazione è diversa rispetto ai primi Novanta, un periodo difficile per il mercato dell’arte. Adesso, il presentimento sarà stato quello giusto, lo stesso che la portò a credere, in tempi non sospetti, in Chris Ofili, le cui opere, agli esordi, suscitavano reazioni contrastanti mentre, ormai da qualche anno, toccano quotazioni altissime. E sarà proprio l’autore della controversa The Holy Virgin Mary a inaugurare la sede italiana, con “Poolside Magic”, personale in cui verranno esposte opere inedite a pastello, carboncino e acquerello. 
In alto: Chris Ofili, Afronirvana. Courtesy the artist, David Zwirner, New York/London, and Victoria Miro, London. © Chris Ofili

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