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In molti ne parlano, pochi sembrano saperne qualcosa. L’arte e la cultura, i due fattori che concorrono a formare l’ideale di bellezza italiana, sono sulla bocca di tutti, un po’ come la formazione della nazionale di calcio al bar sport. Poco male se anche bevendo un caffè non si possa fare a meno di sciorinare la percentuale di opere d’arte presente sul nostro territorio ma, in tutto ciò, gli storici dell’arte dove sono? Eppure, le università sfornano laureati a getto continuo, studiosi che vedono assottigliarsi, giorno dopo giorno, le possibilità di incidere nel mondo del lavoro e del dibattito pubblico. Insomma, in che direzione sta andando la storia dell’arte, disciplina che dovrebbe organizzare questa conoscenza inestimabile e mediarne la consapevolezza?
Tali sono le domande che si pone la tre giorni di riflessioni e proposte, aperta proprio agli studiosi in materia, in programma dal 26 al 28 maggio a Montemerano, borgo di poco meno di 500 anime in provincia di Grosseto. Scelta non casuale, visto che il Comune ha una fornitissima biblioteca comunale di storia dell’arte, luogo dove si svolgeranno i seminari, che contiene più di 8.000 volumi specialistici. E anche perché un luogo così appartato dalle mete più sfruttate e carico di storia e suggestioni, ben si adatta all’idea degli organizzatori Massimo Cardosa, Alessandra Donati, Maria Vittoria Marini Clarelli, Tomaso Montanari, Marilena Pasquali, Mattia Patti, Maddalena Tibertelli de Pisis, Enrica Ravenni. Tutti storici dell’arte, ognuno con percorsi diversi. Perché le storie dell’arte sono tante.