14 aprile 2017

Da Caravaggio a Warhol. Intesa Sanpaolo porta Sant’Orsola al Metropolitan di New York, e il Vesuvio a Napoli

 

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Per una martire che va, due vulcani arrivano. Palazzo Zevallos Stigliano, sede napoletana di Intesa Sanpaolo, sarà stato molto trafficato in questi ultimi giorni, per organizzare il trasporto del Martirio di Sant’Orsola, opera ultima di Caravaggio, verso il Metropolitan di New York, e per preparare l’allestimento del Vesuvio nero e del Vesuvio rosso, le due serigrafie realizzate da Andy Warhol nel 1985, in occasione della mostra al Museo di Capodimonte organizzata da Lucio Amelio. Tanti i richiami in questo giro, a partire da quel 41° parallelo nord che accomuna le due città, fino al rapporto particolare che legava Warhol, un figlio della Grande Mela, alla città partenopea, che conobbe in modo viscerale: «il Vesuvio per me è molto più grande di un mito: è una cosa terribilmente reale». Caravaggio, invece, passò di fretta per Napoli e la Sant’Orsola fu dipinta mentre preparava la partenza per Porto Ercole, meta fatale. Tale era l’urgenza, visto che lì lo attendeva un processo capitale, che la tela fu esposta al sole per farla asciugare il prima possibile e consegnarla al committente, il banchiere genovese Marcantonio Doria. 
Le tre opere fanno parte della corporate collection del gruppo bancario che, negli ultimi anni, ha contribuito non poco al movimento dell’arte, con scambi tra le tre sedi coinvolte nel progetto “Gallerie d’Italia”, quella di Piazza Scala, Milano, e di Palazzo Montanari, Vicenza, in collaborazione con Fondazione Cariplo. E non solo sul suolo italiano ma anche avviando contatti con istituzioni estere, come nel caso del museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, per l’Arlecchino allo specchio di Picasso, visitabile sempre nell’ala al piano nobile di Palazzo Zevallos. Pure in quel caso, l’opera che partì fu la Sant’Orsola di Caravaggio, per completare una mostra organizzata dal museo madrileno e dedicata alle influenze della pittura di Michelangelo Merisi sui Caravaggisti. Anche al MET di New York, la martire sarà in buona compagnia, visto che il museo conserva un’altra opera di Caravaggio, La negazione di Pietro. E continuando sull’asse Italia-U.S.A. via Intesa Sanpaolo, da segnalare anche, nella Galleria di Piazza Scala, l’apertura di “XX Century Italian Art”, riproposizione della mostra organizzata dal Metropolitan nel 1949.

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