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Sono molto vivide le immagini dell’assedio di Sarajevo, iniziato il 5 aprile del 1992 a e finito a febbraio 1996, quattro anni di guerra alle porte e tra le strade della capitale della Jugoslavia, almeno 12.000 vittime accertate. Forse sembrano più nitide quelle del terremoto dell’Aquila, avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 aprile del 2009, 309 morti, 1.600 feriti. Onniprensenti come le immagini, i numeri, a volte, creano anche incroci, spesso capita con le cronologie ed è su questa coincidenza che Andrej Đerković prova a tracciare una linea da cui ripartire. Il fotografo, sopravvissuto a quei 1425 giorni e tra i fondatori dell’ARS AEVI, il museo d’arte contemporanea di Sarajevo la cui sede definitiva aprirà ufficialmente nel 2018 su progetto di Renzo Piano, ha coinvolto sedici artisti nella realizzazione di opere da donare a L’Aquila e, in particolare, al MU.SP.A.C., primo museo ricostruito dopo il terremoto.
“Sarajevo Collezione per L’Aquila” aprirà giovedì, 20 aprile, all’interno della rassegna i “Terremoti dell’arte”, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. Questa nuova collezione è composta da ventiquattro lavori tra video, foto, disegni e litografie, realizzati dagli autori più rappresentativi della scena artistica contemporanea di Sarajevo, dallo scultore Aleksandar Saša Bukvić, il capostipite di questa situazione, alla giovanissima performer Nardina Zubanovic.
In home: Milomir Kovacevic Strasni, Pazi, Sanjper!, 1992
In alto: Nardina Zubanović, Food with experinece, 2015