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Sir Robert Peel, Benjamin Disraeli, il conte di Derby, Lord Palmerston, Jan Smuts, Winston Churchill, David Lloyd George, Nelson Mandela, Abraham Lincoln e Mahatma Gandhi. Sono i personaggi, tutti legati in qualche modo alla storia anglofona, ritratti nelle dieci statue che animano Parliament Square, il luogo simbolo della partecipazione alla vita pubblica londinese, all’ombra del palazzo di Westminster. Potrà anche essere una coincidenza se sono tutti uomini, comunque la rappresentazione storiografica che ne risulta è sicuramente parziale e, per interrompere questa lettura egemone, qualche tempo fa l’attivista Caroline Criado-Perez lanciò una petizione che raccolse 85.000 firme. Così, adesso, il sindaco di Londra Sadiq Khan ha annunciato che la commissione per la prossima statua sarà affidata a Gillian Wearing. La scelta non poteva cadere su un nome migliore, perché la vincitrice del Turner Prize 1997, tra gli Young British Artists, è da sempre impegnata nella ricerca sui termini dell’identità, dell’autorappresentazione e della relazione. La proposta, infatti, è stata in linea con le aspettative, visto che a essere effigiata sarà proprio una grande donna, Millicent Fawcett, scrittrice e femminista, protagonista delle lotte contro gli abusi sui minori e per l’estensione del voto alle donne.
In alto: Gillian Wearing, Signs that say what you want them to say and not Signs that say what someone else wants you to say, © Gillian Wearing