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La xenìa era un concetto fondamentale nell’antica società greca e riassumeva il dovere dell’ospitalità e il rispetto verso l’ospitante. In fuga dalla sua città distrutta, nel corso dei suoi lunghi viaggi, prima di dare origine alla gloriosa stirpe che fondò Roma e a buona parte della nostra cultura occidentale, Enea si trovò spesso nella condizione di ospite. Rifugiato di guerra si direbbe oggi. Proprio da una rilettura in chiave contemporanea del mito di Enea, sono partiti Stalker e No Working per “Xeneide. Il dono dell’Altro. Miti pratiche poetiche dell’ospitalità”, una serie di incontri che, dal 10 marzo al 17 aprile, hanno trasformato gli spazi di Auditorium Arte, a Roma, in uno spazio di relazioni senza confini. Dove l’Eneide non solo è stata tradotta nelle lingue di chi partecipava ma è stata anche agita, performata, danzata, trasformata in opera e in occasione di scambio e immaginazione.
E, come nella poetica di Stalker e No Working, questo lungo programma culminerà «in una passeggiata in un tempo non lineare, dove il passato può aiutarci a illuminare il futuro e il futuro a dar forma al passato», per tracciare il percorso, ormai sbiadito, percorso dall’eroe forse meno romantico di Ulisse ma più umano. Si inizia il 21 aprile, con un incontro alla foce del fiume Numico, e si chiude il 23 aprile, con la salita a Monte Cavo lungo la via Sacra. Per prenotarsi, si può inviare una mail a stalkerlab.
In home: Roma, Stalker attraverso i territori attuali, 5-6-7-8 ottobre 1995