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Londra. I clienti del Salone DKUK si riflettono in opere d’arte. Invece di incontrarsi allo specchio di un tradizionale salone di bellezza perché non provare qualcosa di completamente nuovo? Una galleria d’arte che prende vita tra le forbici e le spazzole, immergendo il cliente in una riflessione lontana dalla propria vanità.
DKUK trova spazio nella trama affollata di un mercato al chiuso di Peckham, Sud di Londra, dove si può trovare qualsiasi cosa, dai gioielli e vecchi dischi alle stoffe africane. Ha avuto origine come attività temporanea nel 2013 , inizialmente concepito come un Salone che potesse combinare bellezza e arte.
Daniel Kelly , fondatore del salone, ha risposto così all’intervista con la rivista Infringe: «il tutto gioca sull’idea del Salone, non solo come il luogo nel quale dare un taglio ai nostri capelli, anche come quel Salone in cui prima si incontravano regolarmente artisti e scrittori».
L’arte è stata allontanata dai suoi confini più tradizionali delimitati dalle pareti di una galleria, per essere poi riproposta in ambiente più social e dinamico, rendendo la sua fruizione un’esperienza decisamente molto più accessibile.
Sicuramente ciò che rapisce il cliente è quel pizzico di coraggio che serve per farsi tagliare i capelli senza assistere meticolosamente ad ogni colpo di forbice, allontanarsi dal cambiamento della propria immagine per ritrovarsi poi, con un nuovo look solamente alla fine, dopo un contatto ravvicinato con le opere d’arte esposte ad ogni postazione.
DKUK è l’esempio perfetto di una nuova cultura dalle caratteristiche ibride, che rispetta le esigenze di una società flessibile, imprevedibili ed aperta al nuovo. (Gaia Tirone)
Fonte: Infringe