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Sembra proprio che gli artisti siano i peggiori amici degli animalisti. Questa volta, il bersaglio delle proteste è Hermann Nitsch, una situazione tutt’altro che nuova per l’artista capofila dell’Azionismo Viennese. Oltre 2.000 persone hanno firmato la petizione indetta dalla Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals, contro lo svolgimento della 150.Aktion, tre ore di “Teatro delle Orge e dei Misteri”, durante le quali saranno usati 500 litri di sangue e un toro macellato. La performance è in programma a giugno, a Hobart, Tasmania, nell’ambito del Dark Mofo, festival di musica e arte organizzato dal Museum of Old and New Art e con, tra gli altri, Mogwai, Einstürzende Neubauten, Alfredo Jaar e Mike Parr. Un perfetto esempio di incontro tra le arti, una sorta di opera totale, che è anche l’idea di fondo delle azioni controverse di Nitsch.
Solo che Nitsch, fin dai suoi esordi negli anni ’60, usa strumenti particolari che, ciclicamente, suscitano l’indignazione di alcuni. L’artista viennese usa sangue e interiora animali come elementi di un linguaggio simbolico, richiamandosi a simboli ancestrali, sviluppati dall’uomo nel corso delle epoche. Molto lontano dal maltrattamento sistematico e dai grandi numeri delle multinazionali della carne.
Comunque, per la mostra alla Zisa di Palermo, nel 2015, in 70.000 firmarono la petizione contro «questa violenza fine a se stessa». Dall’altra parte del mondo, la linea è la stessa: «siamo contrari a questo evento, che banalizza la macellazione degli animali per uso umano e condanna un essere senziente a morte nel perseguimento di attività artistiche», si legge nella petizione. A rispondere, è Leigh Carmichael, direttore creativo di Dark Mofo: «Nessun animale verrà macellato durante il Mofo. Alcuni artisti utilizzano i colori, altri usano il sangue e la carne».