20 aprile 2017

Un po’ di sublime. Piero Sartogo e Nathalie Grenon sono i prossimi ospiti di Museo d’Inverno

 

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Un museo che invita gli artisti a presentare opere di altri artisti, con i quali hanno collaborato o che ammirano, e a realizzare anche un allestimento specifico, per lasciare emergere questa relazione. È il modus operandi di Museo d’Inverno, progetto ideato e diretto da Francesco Carone ed Eugenia Vanni che, per “…del sublime”, il secondo appuntamento della stagione, hanno chiamato Piero Sartogo e Nathalie Grenon. I due architetti hanno progettato la Chiesa del Santo Volto di Gesù, a Roma, che è stata inaugurata nel 2006 e al suo interno ospita opere appositamente realizzate da Carla Accardi, Chiara Dynis, Eliseo Mattiacci, Mimmo Paladino, Pietro Ruffo, Marco Tirelli, Giuseppe Uncini. «Qui alla Magliana si compie attivamente un cortocircuito tra il tempo e lo spazio che ci permette di affermare che lo spazio dell’architettura è il tempo. Tale dimensione introduce un elemento di pathos, giocato tra la ragione del costruire e quella del sentire, tra progetto e fede», scriveva Achille Bonito Oliva, nel testo critico di presentazione. 
In questa occasione, negli spazi del Museo, sopra il bacino idrico trecentesco di Fonte Nuova, nella Contrada della Lupa, Siena, arriverà qualcosa del sublime che si può respirare nello spazio sacro, perché Sartogo e Grenon porteranno disegni, modelli e bozzetti originali realizzati dagli artisti, tutto il materiale preparatorio a quell’effetto, a testimonianza non solo del rapporto di amicizia ma anche del dialogo sempre vivace tra arte e architettura. Relazioni tra ambiti e su più livelli che sono state approfondite anche in un dialogo tra i curatori Oliva Sartogo e Achille Bonito Oliva. L’esposizione continua nella project room, realizzata in realtà aumentata, in cui Miltos Manetas ha proposto un’opera di Alessandro Giannì.
In alto: interno della Chiesa del Santo Volto di Gesù di Roma

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