21 aprile 2017

La normalità, o quasi, della paura

 
A Parigi è attacco terroristico o cane sciolto che rifiuta la patria dove "libertà, fraternità e uguaglianza" sono diventate utopia, specialmente per chi non porta la bandiera della "Marianne"? E intanto domenica si vota

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Ci sarà da ridere se in Francia, domenica, vincerà Marine Le Pen. Tutta l’Europa sarà sconvolta, e scandalizzata. Chissà però, perché, proprio ieri sera – per dare un colpo al cerchio e uno alla botte – sugli Champs Elysees è morto il poliziotto e l’attentatore. Il buono e il cattivo. La giustizia è fatta per metà, ma dei cattivi c’è sempre da temere, no? Ecco così che forse, appunto, Le Pen sarà favorita. Poi magari pure Le Pen penserà bene che quest’Europa fa schifo, e allora bisognerà uscire dall’Unione, anche per combattere il “terrore”. Così potremmo avere una bella “frexit”.
Lo scenario, in fin dei conti, non è nemmeno così apocalittico: in fin dei conti, in una strana “apocalisse” ci siamo già dentro fino al collo.
Il killer di ieri sera, che pare abbia espresso su Telegram il progetto di uccidere qualche poliziotto pare fosse un “soggetto radicalizzato” noto non solo alla sicurezza, ma anche ai servizi segreti francesi. Ovviamente la sua casa si trova nella banlieue, e i documenti sono stati immediatamente ritrovati. Che sbadati questi attentatori che girano con la carta d’identità. Il copione, poi, si ripete identico: il terrorista arriva in auto, spara all’impazzata contro un furgone della polizia, un agente muore e due vengono feriti, e poi – datosi alla fuga – viene raggiunto dai proiettili di altri poliziotti. E non parlerà nemmeno stavolta. Davvero, ancora, siamo sicuri che sia stato “mandato” dallo stato islamico? (MB)

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