08 maggio 2017

Confermata la paternità del murales di Dover. È di Banksy. Che, a suo modo, dice tutto sulla Brexit

 

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Non è certo uno che gira intorno all’argomento. Quando Banksy vuole esprimere un concetto, riesce sempre a trovare il mezzo visivo migliore. Negli anni abbiamo imparato a riconoscere perfettamente il suo stile, tanto che la sua vera identità è ormai una informazione secondaria, meno che biografica. E, alla fine, è sembrata subito chiara a tutti la paternità, poi confermata, del murales apparso nella notte tra sabato e domenica sulla grande parete di un palazzo di Dover che, adesso, sarà tra gli edifici più ricercati di Google Immagini.
 Un uomo in tenuta da lavoro, completamente grigio, in piedi su una scala, scalpella una stella dorata dalla bandiera dell’Unione Europea, simbolo degli ideali di unità, solidarietà e armonia tra i popoli del vecchio continente, le crepe si propagano lungo tutta la superficie blu acceso. Semplice, diretto, efficace, è il primo commento dell’artista sull’argomento Brexit e arriva in un momento particolarmente complesso per l’Union Jack. La Premier conservatrice Theresa May ha indetto le elezioni anticipate, che si terranno l’8 giugno, una decisione apparsa non proprio sorprendete ai commentatori. Per il Primo Ministro è una sorta di “ora o mai più”, nelle parole di Bernard Guetta, uno strappo evidentemente necessario per ottenere un controllo più saldo della maggioranza parlamentare e poter trattare con più tranquillità le modalità della Brexit, che la May vuole dura e pura. Intanto, Macron è stato eletto presidente della Francia e le sue prime parole sono state queste: «Difenderò il destino comune dell’Europa». 

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