10 maggio 2017

Non c’è Venezia senza vetro

 

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Fino al 30 luglio l’isola di San Giorgio Maggiore ospita “Le stanze del vetro”, la prima esposizione interamente dedicata alla produzione di vetri e cristalli dell’architetto italiano Ettore Sottsass (1917-2007). La mostra, a cura di Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, presenta più di 220 pezzi realizzati tra il 1947 e il 2007, molti dei quali mai esposti al pubblico. Un viaggio che ripercorre le varie tappe della scoperta di un materiale che Sottsass, una delle figure più complesse dell’architettura e del design del ventesimo secolo, continuò ad esplorare per tutta la sua carriera:  dalle prime collaborazioni tra il 1947 e il 1948 con importanti vetrerie dell’epoca, fino alle sculture degli anni ottanta, nate in seguito alla fondazione del gruppo Memphis, e lavorate usando la colla chimica,  stravolgendo così l’antica tradizione della lavorazione del vetro di Murano. E se non vi basta la tradizione veneziana, c’è un po’ di esotismo anche qui, giusto per restare in tema Biennale: dal 2004 al 2006 Sottsass realizzo le Kachina, una serie di idoli di vetro ispirate dalle bambole feticcio della cultura indiana d’America, che calzano a pennello tra mondi magici e sciamani. 
 

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