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Paolo Baratta, con la direttrice Christine Macel, ha annunciato qualche minuto fa a Ca’ Giustinian i vincitori dei vari “Leoni”, raccontando un po’ anche i numeri di questa Biennale, composta da 86 padiglioni, la quantità numerosissima di artisti presentati, e anche un numero record di giornalisti arrivati in laguna: 5mila.
E poi i grazie di rito, tra sponsor, donors, le persone della Biennale per il loro instancabile lavoro e, ovviamente, per la curatrice Macel.
Ma oggi è, appunto, tempo di premi, e la “Leonessa” d’oro Carolee Schneemann (home page) accarezza la statua e dice “It’s a heavy lion”, ringraziando la Macel che spiega che la scelta mirata ad una “Grande artista che ha cambiato l’arte e anche la posizione delle donne nelle avanguardie, senza compromessi”.
Menzioni speciali per Charles Atlas all’Arsenale, per Petrit Halilaj come giovane artista, per la capacità di creare relazioni tra arte e spazio che, visibilmente emozionato si porta sul palco anche un piccolo foglietto per i ringraziamenti. Menzione Speciale per il Padiglione nazionale va a quello che viene definito “l’enigmatico e socialmente attento” Brasile, rappresentato da Cinthia Marcelle, che cita le parole di Mario Petrosa: “L’arte è un esperimento di libertà”.
Leone d’oro per la miglior Partecipazione Nazionale va alla Germania, con il padiglione realizzato da Anne Imhof (sopra), di cui potete leggere proprio oggi nel nostro “Speciale Biennale“.
Leone d’oro per il miglior artista dell’Esposizione Internazionale “Viva Arte Viva” va a Franz Herard Walter, mentre il Leone d’argento per il promettente giovane artista dell’Esposizione Internazionale “Viva Arte Viva” va ad Hassan Khan per le originali connessioni tra discipline, presentate nel trans-padiglione del tempo e dell’infinitudine.
I premi sono stati assegnati dalla giuria composta da Francesca Alfano Miglietti, Manuel J. Borja-Villel, Amy Cheng, Ntone Edjabe e Mark Godfrey.