17 maggio 2017

Fondazione Bonotto e Museo Civico di Bassano insieme, per imparare a riconoscere un’opera. Aiutati da un gruppo di esperti, tra cui l’artista Alberto Garutti

 

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Un excursus tra le pratiche artistiche degli ultimi cento anni, dalla performance all’arte digitale, per capire come sia cambiata la nostra concezione di opera. È il tema de “I linguaggi artistici del nuovo secolo”, secondo ciclo di incontri dedicati al contemporaneo e organizzati dal Museo Civico di Bassano del Grappa e in collaborazione con la Fondazione Bonotto, nata per promuovere la collezione messa insieme, fin dai primi anni Settanta, da Luigi Bonotto e principalmente dedicata a Fluxus e alla Poesia Visiva. «Pensare ad un secondo ciclo di incontri è stata un’idea immediata, nata grazie alla grande partecipazione da parte del pubblico – ha dichiarato Chiara Casarin, direttrice dei Musei Civici di Bassano – A Bassano si avverte il bisogno di parlare del contemporaneo e di poter acquisire quegli strumenti che fanno parte del mondo in cui viviamo». 
Dunque, se il ciclo precedente aveva posto l’accento sui ruoli degli operatori dell’arte, adesso le domande sono altre e riguardano i nuovi strumenti espressivi, le modalità di realizzazione e di riconoscimento dell’opera. Durante il primo appuntamento, a cura di Ennio Bianco, si è parlato di digital art e bellezza neoclassica ed è stata presentata la personale di Mattia Casalegno. Il 18 maggio sarà la volta della performance, con Patrizio Peterlini. Gli altri appuntamenti si terranno il 25 maggio, con Alberto Garutti, il primo giugno, con Denis Curti, l’8 giugno, con Aurora Di Mauro, mentre la conclusione sarà affidata a Philippe Daverio
In home: Marina Abramovic, Rhythm 4, 1974 
In alto: Joseph Beuys, I Like America and America Likes Me, 1974

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