20 maggio 2017

Il nostro mondo, unito dai nomi del conflitto siriano. La performance di Santiago Sierra in diretta al PAC di Milano, per gli ultimi giorni dell’antologica

 

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Una sequenza vocale ipnotica, scandita dai nomi delle vittime del conflitto siriano, censite dal 15 marzo 2011 al 31 dicembre 2016. Questo ritmo doloroso e straniante creerà una nuova connessione tra l’est e l’ovest del mondo per la performance di Santiago Sierra che, dal 21 e al 29 maggio, sarà trasmessa in diretta streaming nel cortile del PAC di Milano, dove, fino al 4 giugno, è visitabile “Mea Culpa”, la prima, grande antologica, in Italia, dedicata all’artista spagnolo, a cura di Lutz Henke e Diego Sileo, con circa cinquanta tra le opere più rappresentative della poetica dell’artista, realizzate dagli anni Novanta a oggi. 
«Questo lavoro – ha commentato Sierra – vuole essere un omaggio ai martiri di tutte le guerre, sottolineando il fatto che dietro numeri e dichiarazioni politiche ci sono esseri umani con nomi e cognomi, speranze e sogni infranti, intere famiglie spazzate via dalle ragioni di Stato. In questo senso, l’azione assume la forma di una commemorazione funebre, ma è anche un atto di espiazione per noi, coinvolti in un modo o nell’altro in questo conflitto anche solo come spettatori passivi». 
Dal Centre for Contemporary Art, Tel Aviv, alla sede della Bienal de Performance, Buenos Aires, fino al Wiener Festwochen, Vienna, e alla Lisson Gallery, Londra, gruppi di persone leggeranno ininterrottamente per 48 ore, giorno e notte, questo lungo elenco dei nomi. Che, per forza di cose, sarà incompleto. Per stilare la lista, Sierra ha consultato l’RGSC-Gruppo di Ricerca sul Conflitto Siriano, ma l’uso di armi proibite, le modalità degli attacchi terroristici, le continue violazioni ai diritti umani, la confusione tra le fonti, rendono impossibile stabilire una cifra certa. La realtà, la storia, si possono solo sfiorare e, nonostante gli sforzi, rimangono categorie estremamente ambigue. 
Le performance dell’artista spagnolo, per lungo tempo residente a Città del Messico, ci hanno abituato a questa messa in discussione di quei termini chiave dell’epoca contemporanea, come il corpo, l’individualità, la relazione tra l’organismo politico e l’essere collettivo. Spesso al centro di controversie per la crudezza delle sue operazioni, come Linea di 160 cm tatuata sopra quattro persone, in cui pagò quattro prostitute per farsi tatuare una linea sulla schiena, oppure Persona Pagata per Pulire le Scarpe ai Visitatori, documentata nella mostra al PAC, Sierra riesce sempre a far risaltare, con sfacciata evidenza, le contraddizioni che, ogni giorno, tranquillizzano la nostra esistenza. (MFS)

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