Due Bernini per un Caravaggio. No, non stiamo parlando d’arte ma di soldi. Due mondi così vicini, così lontani. Allora, cosa hanno in comune Dario Agrimi e Michelangelo Merisi da Caravaggio? La banconota da centomila lire, anzi trenta banconote da centomila lire. “Tremilionidilire”, trenta opere per indagare, in trenta modi diversi, il valore economico perduto negli anni della crisi finanziaria del 2009. Banconote, con le quali, l’artista, seguendo la deriva finanziaria di quegli anni, anticipò con lungimiranza la possibilità di un disgregamento del mercato economico europeo. Dario Agrimi, classe 1980, propone due filoni di ricerca, attraverso due serie di opere. Il primo, Orizzonte, Ex, Profilo, Finestra, Mezzo, Lutto, Rottame, Novanta, Periferia, Molto e Falsi, sono incentrate sulla bidimensionalità materica delle banconote, poste sotto la lente d’ ingrandimento del collezionista. Il secondo, invece, ha un valore sia storico che simbolico, lavori come Idea, Globo, Sangue, Soffocare, Autografo, La Deriva, Fede, La Sinistra, La Destra e Patria, sono un tentativo di raccontare, attraverso il segno–simbolo, gli ultimi anni della banconota da “centomilalire”.
Con questa mostra, Spazio Nea inaugura “Primo Mercato”, a cura di Marcello Francolini. Un progetto espositivo intenso che, a partire da maggio fino a dicembre, ospiterà artisti emergenti come Dario Agrimi, Giuseppe Biguzzi, Elio Varuna, Roberto Marchese e Olmo Stuppia. L’ambizioso progetto consiste nel puntare su giovani italiani e gettare un ponte tra gli artisti e i collezionisti, un dialogo tra il mondo dell’arte e quello del mercato economico. Con Primo Mercato, Spazio NEA vuole costruire un capitale “reputazionale” solido che sia capace di mettere insieme tutti i fattori che partecipano attivamente al sistema artistico attuale: artista, gallerista e collezionista. Con l’augurio, per Dario Agrimi, di vedersi un giorno raffigurato su una banconota, come Caravaggio, portato in mostra da un artista emergente. (Danilo Russo)
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