25 maggio 2017

Fondazione La Raia apre la nuova stagione, con la direzione artistica di Ilaria Bonacossa e l’intervento ambientale di Michael Beutler

 

di

La Fondazione La Raia di Novi Ligure (AL) inizia il suo 2017 con due importanti novità: l’ingresso, alla direzione artistica, di Ilaria Bonacossa – che a novembre farà il suo debutto come direttrice di Artissima – e la presentazione delle opere del tedesco Michael Beutler, commissionate dalla Fondazione dopo quelle di Remo Salvadori e Koo Jeong A., che saranno allestite permanentemente negli spazi dell’azienda agricola biodinamica. L’inaugurazione della stagione è sabato, 27 maggio, e l’ingresso è libero su prenotazione a segreteria@fondazionelaraia.it
Dal 2013 la Fondazione La Raia – Arte Cultura e Territorio, creata da Giorgio Rossi Cairo e Irene Crocco promuove una riflessione critica sul paesaggio, studiandone le componenti geografiche, sociali, produttive, agricole, estetiche e culturali. Oltre all’attività artistica annuale, la Fondazione organizza e finanzia anche attività didattiche, scientifiche e di ricerca, con un’attenzione particolare alle discipline che privilegiano il rapporto tra uomo e natura. E che valore ha il lavoro in rapporto all’ambiente? Ce lo raccontano le BALES di Beutler e la neodirettrice. 
Sei da poco diventata direttrice artistica de La Raia: qual è il tuo “piano” per questa realtà unica? Seguirai, in un certo modo, le orme dei progetti precedenti che si sono susseguiti dal 2013? 
«Ho accettato con entusiasmo la direzione artistica di Fondazione La Raia perché l’idea che l’arte contemporanea possa entrare in un dialogo produttivo con il paesaggio mi sembrava una sfida appassionante, l’idea che la conservazione del nostro patrimonio possa essere portata avanti attraverso l’innovazione delle ricerche degli artisti e non soltanto la tutela mi sembrava una novità in Italia e un modo di guardare al paesaggio più vicino a quello di molta parte dell’Europa del nord. L’idea poi di un dialogo aperto tra discipline e ricerche credo offra una possibilità di articolare un pensiero più sofisticato sul concetto di cosa oggi sia il paesaggio. Mi piacerebbe riuscire a rendere sempre più specifici gli interventi degli artisti e integrarli con progetti di residenze e workshop, in modo che l’esperienza del paesaggio resti centrale e non solo fugace ispirazione». 

L’installazione di Michael Beutler, tramite rotoballe di finto fieno supercolorate, “mette a fuoco il complesso rapporto tra naturale e artificiale, tra industria e attenzione personale”. Come è ricaduta la scelta di Beutler, e come può l’arte situarsi tra questi due mondi senza rischiare di diventare una mera “decorazione” per paesaggio? 
«A un primo sguardo distratto è vero che l’opera di Micael Beutler BALES può sembrare semplice rivisitazione pop di una caratteristico elemento del paesaggio naturale, grandi rotoballe di plastica colorata; in realtà se si pensa alla genesi del lavoro se ne comprende l’intrinseca poetica. Beutler stende plastica colorata nel sontuoso parco del Kunstareal di Monaco di Baviera (replicato nei giardini de le Tuilleries in Francia) e chiede a dei fattori che guidano le rotopresse di creare delle roto-balle, delle sculture ognuna uguale ma unica e diversa. Quest’opera collettiva si interroga sull’idea di autorialità, sottolineando l’estraneità del paesaggio rurale all’interno delle città moderne. Inoltre, l’unicità “pittorica” di ciascuna rotoballa sembra dimostrare come l’interazione tra l’uomo e la macchina non porti necessariamente all’uniformità seriale. Reinstallate nel panorama delle colline del Gavi, all’interno di una tenuta biodinamica come La Raia, BALES 2014/2017 si trasforma ulteriormente, mettendo a fuoco il complesso rapporto tra naturale e artificiale, tra lavoro industriale – svolto oggi dalla maggior parte delle aziende agricole – e attenzione personale e manuale verso la natura: a La Raia la vendemmia viene eseguita a mano, i filari vengono lasciati inerbiti e non falciati, tutta la conduzione delle coltivazioni avviene secondo il principio steineriano dell’interconnessione tra ogni presenza, animale e vegetale, dell’azienda. Quanto allora stridono delle grandi rotoballe dai colori fosforescenti e cosa ci raccontano sulla nostra idea di paesaggio e sulla sua conservazione? Beutler sembra volerci ricordare le nostre responsabilità in un sistema di produzione di massa, in cui diamo per scontato il perdurare degli elementi naturali del paesaggio mentre investiamo in una forma di modernità che può determinarne la progressiva scomparsa. Il progetto è solo la prima parte della collaborazione tra la Fondazione La Raia e Micahel Beutler in quanto la Fondazione ha sostenuto la produzione del suo nuovo grande lavoro BOATYARD, 2017, inaugurato pochi giorni fa alla 57esima Biennale di Venezia, “Viva Arte Viva”, curata da Christine Macel, nei giardini delle Vergini all’Arsenale. Lavorando come sempre con un team di collaboratori, Beutler ha costruito a mano un piccolo squero, atto ad aggiustare piccole imbarcazioni. Anche in questo caso la sua scultura si trasforma in vera e propria architettura fatta però di materiali precari, come listelli in truciolato, teli di gomma, restando quindi, anche se di grandi dimensioni, apparentemente fragile. Il lavoro è performativo nella sua rielaborazione dello spazio e sociale nella sua volontà di reagire alla funzione di specifici luoghi. L’Arsenale in cui è ospitata la Biennale torna nel suo lavoro alla sua funzione originaria, un piccolo cantiere per barche funzionante in maniera artigianale, senza macchinari moderni in cui è il sapere umano e la manualità a essere protagonista, quest’opera verrà poi reinstallata a La Raia». 

Il 2017 sarà anche il tuo primo anno da direttrice ad Artissima. In che modo le due istituzioni – la fiera di Torino e La Raia – se è previsto, collaboreranno? 
«Ho accettato l’incarico a La Raia a settembre quando ero ancora a Villa Croce con l’idea di attivare delle sinergie tra il Museo genovese e la Fondazione attraverso workshop con artisti, ora lo scenario è cambiato ma credo che sarà interessante collaborare con chi vincerà il bando per il museo genovese. Al contrario credo sia difficile immaginare di una precisa collaborazione tra Artissima e La Raia: la loro natura è molto diversa ma sono alla mia prima edizione di Fiera e quindi mai dire mai!». 
In alto: Michael Beutler, Bales 2014-2017, Courtesy of the Artist 
In home page: Michael Beutler, Boatyard 2017 57th Biennale di Venezia Ph. M. Beutler

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui