27 maggio 2017

La battaglia navale di Diego Perrone e Giovanna Silva. A Villa del Principe, a Genova, presentate le opere della residenza Davanti al mare

 

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Prendi un artista contemporaneo e invitalo a relazionarsi con la città. Dagli il tempo necessario – un anno può bastare – per studiarla a fondo e soppesarne ogni tratto saliente, ogni peculiarità caratterizzante. Dopodiché, fondamentale, lasciagli totale carta bianca su dove e come intervenire. A Genova, si può fare. 
È stata infatti ufficialmente inaugurata a Palazzo Doria-Villa del Principe la prima edizione di “Davanti al mare”, nuovo progetto di residenza artistica ideato e diretto da Vittorio Dapelo per gli AmiXi di Villa Croce, associazione culturale sostenitrice delle attività e degli eventi sviluppati dal museo d’arte contemporanea genovese. «Davanti al mare smuove Villa Croce, la porta in giro, in questo caso nel Palazzo Doria – racconta Dapelo – ed è un progetto dove conta l’artista, è al centro assoluto, è lui che decide». 
Il neonato progetto genovese, totalmente autofinanziato, gira attorno a tre figure cardine: un artista, un curatore e un editore, che per questo “Atto I” sono rispettivamente Diego Perrone, Francesco Garutti e Humboldt Books. Quale è stato il loro scopo? Arrivare alla produzione di War Games, un libro d’artista, dominato dagli scatti di Giovanna Silva, «costruito come una sequenza cinematografica» spiega Garutti, che tiene anche a precisare «non è un catalogo», collegato a un’opera site specific, pensata e creata per rapportarsi con un luogo della città scelto dall’artista. E Perrone – dopo essere entrato in contatto con il Dipartimento d’Ingegneria navale dell’Università di Genova, aver frequentato lo studio dell’architetto/modellista Edoardo Miola e la collezione di modelli navali di Giannetto Bruzzone – ha optato proprio per la storica dimora di Andrea Doria. Precisamente per la Sala del Naufragio, dove l’unica scultura-bassorilievo in vetro fuso – «un blocco fisico, ma che volevo fosse quasi un ologramma», dice Perrone – concentra l’ossessione dell’artista per i metodi ferrei della modellistica, inserendosi semanticamente nello spazio, sviluppando un gioco di rifrangenze nella complessità delle sue superfici, scabre e materiche come gli intrecci di trama/ordito degli arazzi che rivestono tutto l’ambiente, raccontando la Battaglia di Lepanto. Per addentrarsi nei War games di Diego Perrone c’è tempo fino al 23 giugno. (Andrea Rossetti)

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