30 maggio 2017

Tutto su Maurizio Cattelan

 
Dopo l’anteprima al Tribeca Film Festival, “Maurizio Cattelan: Be Right Back” arriva nelle sale italiane

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Quello dell’arte contemporanea, lo sappiamo, è un sistema complesso. Che, ai “piani alti”, non concede nulla all’improvvisazione, alla spontaneità o al mecenatismo culturale. Le più grandi gallerie del pianeta hanno ormai una governance da banca d’affari con investitori miliardari, e gli artisti da loro proposti sono sempre più spesso delle vere e proprie star mediatiche, i cosiddetti “artistar”, sostenuti da reti di lobbying, trasversali e internazionali, da collezionisti che hanno poco a che fare con la filantropia, e da strategie di marketing che farebbero impallidire quelle di una multinazionale trendy.
Il prodotto è rappresentato da opere d’arte che devono far parlare di sé in ogni dove. Dalle pagine economiche, a quelle del gossip, fino alla cronaca rosa. Il must è destare clamore, fare notizia sempre e comunque. Provocando, scandalizzando, shockando. Il risultato sono quotazioni e listini costantemente impennati, che non conoscono crisi, recessioni, stagnazioni. Opere d’arte, insomma, come galline dalle uova d’oro e, nel contempo, dei veri e propri status symbol da sfoggiare per quell’oligarchia finanziaria globale che tiene in mano le sorti di governanti e governati. 
Chi ha imparato a muoversi con disinvoltura in questo sistema, anzi a cavalcarlo piegandolo con la propria inesauribile ironia, è Maurizio Cattelan. Uno degli artisti più irriverenti, controversi e provocatori dei nostri tempi. Ideatore, tra le altre, della famosa La nona ora (che mostra papa Giovanni Paolo II colpito da un meteorite) e Him (che ritrae Hitler in ginocchio, come uno scolaretto intento a pregare). 
Quella di Cattelan è una carriera ventennale, fulminea e dirompente che, per la prima volta, è stata raccontata in un docu-film dal titolo “MAURIZIO CATTELAN: BE RIGHT BACK” della regista Maura Axelrod, nelle sale solo oggi e domani (la lista dei cinema è consultabile su nexodigital.it). 
Il racconto si snoda lungo una galleria di interviste, montate “ad arte” è il caso di dirlo, con curatori, collezionisti, luminari del mondo dell’arte, nonché con ex-fidanzate dello stesso Cattelan. Nato in quel di Padova nel 1960 da una famiglia modesta. Oggi celebrato nei musei più importanti dei cinque continenti. Tra i co-protagonisti del film non poteva mancare Massimiliano Gioni, critico d’arte e direttore associato del New Museum of Contemporary Art di New York, ma soprattutto suo inseparabile amico. Da quando, nel 1998, Gioni deve intervistare Cattelan per la rivista Flash Art. Per ogni domanda Cattelan cerca una risposta online, riciclando frasi altrui. Si divertono così tanto che l’artista propone a Gioni di rilasciare una serie di interviste al suo posto, vestendo in qualche modo i panni della sua controfigura. Cosa che accade in numerose occasioni, fino a diventare a sua volta una performance.
Insomma, sembra che non si sia fatto mancare proprio nulla Cattelan. Genio del nostro tempo per alcuni, per altri un fuoco di paglia. Solo il tempo riuscirà a giudicarlo con oggettività. E comunque Cattelan, a scanso di equivoci, aveva annunciato tempo fa il suo prepensionamento. Che, poi, si è rivelato un bluff. O forse l’ennesima “perfòrmance!” per dirla alla maniera di Virginia Raffaele. (Cesare Biasini Selvaggi)
In homepage e in alto immagini dal film “MAURIZIO CATTELAN: BE RIGHT BACK”

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