02 giugno 2017

Il “Laboratorio Irregolare” di Antonio Biasiucci rivela i suoi risultati. Con due mostre, a Napoli e Roma

 

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I ricchissimi portfolio di otto promesse della fotografia, costruiti durante un lungo percorso con uno dei maestri dell’ottava arte e visibili per una mostra/installazione in uno spazio unico. Si tratta di “Epifanie”, il risultato della seconda edizione del Laboratorio Irregolare condotto da Antonio Biasiucci – insieme a Pasquale Autiero, Ciro Battiloro, Valentina De Rosa, Maurizio Esposito, Ivana Fabbricino, Vincenzo Pagliuca, Valerio Polici e Vincenzo Russo – che ha permesso ai partecipanti di approfondire il proprio lavoro e affinare il senso critico, aprendosi al confronto. La mostra sarà inaugurata il 7 giugno, presso la chiesa di Santa Maria della Misericordia ai Vergini, Napoli. In questo antico complesso, recuperato dall’Associazione Culturale SMMAVE presieduta dall’artista Christian Leperino, gli 8 portfoli-libro sono illuminati da un’unica striscia di luce, poggiati su un tavolo lungo 15 metri, disegnato da Giovanni Francesco Frascino. Successivamente, il 14 giugno, la mostra aprirà i battenti alla Galleria del Cembalo di Roma, questa volta allestita a parete. 
Le otto esperienze fotografiche proposte daranno la possibilità di carpire i segreti di questo linguaggio, mettendo in luce altrettanti tipi di sensibilità verso determinate tematiche. Gli scatti di Pasquale Autiero sottolineano le contraddizioni tra sacro e profano che caratterizzano buona parte del Sud Italia; quelli di Ciro Battiloro catturano l’umanità tipica del quartiere della Sanità; Valentina De Rosa ha puntato l’obiettivo su persone affette da disabilità; Maurizio Esposito si è cimentato ad esplorare la geografia dell’anima. Le fotografie di Ivana Fabbrocino trattano l’attualissimo tema della percezione di sé mediante l’autoritratto mentre Valerio Pollici scava nell’inconscio proponendo viaggi dell’immaginario. Vincenzo Pagliuca propone scatti rappresentativi delle case ai margini dello spazio; Vincenzo Russo si è confrontato con l’imponente tema della riproducibilità dell’opera d’arte. 
Amanti della fotografia e fotografi stessi, potranno avere idea di come si crea un portfolio e approfittare della disponibilità di Biasiucci nel voler mettere a disposizione le proprie conoscenze, come egli stesso dichiara: «Oggi restituisco quello che mi è stato dato, perché non ha senso che sia io solo a salvarmi. Metto a disposizione le mie conoscenze, affinché sia dato spazio, tempo e possibilità ad altri di fare buona fotografia attraverso un Laboratorio ispirato ad Antonio Neiwiller, regista napoletano scomparso venti anni fa, che io considero mio maestro». (Ambra Benvenuto

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