06 giugno 2017

Camminare scalzi, al confine con il Messico. Alla Fondazione Prada “Carne Y Arena”, il film in realtà aumentata di Alejandro Iñárritu, e la performance per “spettatore unico”

 

di

Si sente parlare quotidianamente di immigrazione e, in qualunque parte del mondo si sia, i punti di vista sono sempre due: il nostro, nelle nostre belle case nelle nostre confortevoli vite, e il loro, di coloro che affrontano l’umiliazione e lo stento per scappare da una situazione che non riusciamo neanche a immaginare. Con Carne y Arena, Alejandro G. Iñárritu fa indossare letteralmente gli occhi della disperazione facendo vivere il viaggio compiuto da un gruppo di immigrati clandestini che hanno cercato di varcare il muro che divide il Messico dagli Stati Uniti. 
Il progetto è il frutto di una lunga ricerca su fatti realmente accaduti per: «far vivere un’esperienza diretta nei panni degli immigrati, sotto la loro pelle e dentro i loro cuori», come lo stesso regista ha dichiarato. Una testimonianza diretta di cosa vuol dire “scavalcare il muro” alla ricerca di una vita migliore. Presentato in anteprima mondiale il 22 maggio al 70º Festival di Cannes, il primo progetto di realtà virtuale a essere stato incluso in una selezione ufficiale in un festival cinematografico, Carne y Arena (Virtually Present, Physically Invisible) di Iñárritu arriva nella sua versione completa alla Fondazione Prada di Milano. Il regista messicano usa la tecnologia della realtà virtuale per far partecipare l’unico attore presente in scena: è infatti una performance per spettatore unico, spogliato del proprio ruolo e obbligato a entrare in scena diventando parte del gruppo dei clandestini, virtualmente presente seppur fisicamente invisibile. Si entra, ci si toglie le scarpe, si sta al freddo, si cammina scalzi e si viene proiettati in un altro mondo. Sembra un videogioco ma il ritorno al reale proposto nell’ultima stanza è disarmante e pietrificante: un viaggio fisico, sensoriale e mentale attraverso il quale Iñárritu fa toccare con mano, non solo metaforicamente, la vita altrui, obbligando così a mettere in discussione la propria, attraverso la presa di consapevolezza dell’esistenza. 
Carne y Arena, nato da una collaborazione tra il regista messicano (già premio Oscar 2016 con Revenant), il direttore della fotografia Emmanuel Lubezki, la produttrice Mary Parent e ILMxLAB, poi prodotto da Prada insieme con lo studio cinematografico Legendary Entertainment, sarà visibile fino al 15 gennaio 2018, con prenotazione. (Giulia Alonzo)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui