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«Prodotto ritirato. La commissione elettorale mi ha detto che l’offerta gratuita di una mia stampa avrebbe invalidato il risultato delle elezioni. Mi dispiace annunciare che questa proposta concepita male e legalmente discutibile è stata sospesa». Così recita il secco comunicato di Banksy, pubblicato sul suo sito ufficiale. Pochi giorni fa, lo street artist aveva lanciato la sua provocazione, offrendo la stampa di una sua opera come ricompensa – o qualunque altro termine vagamente affine per definire il gesto, da premio a risarcimento – a chi avesse votato contro il partito conservatore alle elezioni dell’8 giugno, indette dalla premier in carica Theresa May. Un endorsement che rendeva ancora più esplicita, se possibile, la posizione dell’artista nei confronti della famigerata Brexit e di tutto l’apparato ideologico e sociale raggrumatosi intorno al gioco di parole più in voga dell’ultimo anno. Ma la modalità dello scambio – o del baratto, della permuta – sembrava un po’ tiepida, anzi, riscaldata, non avendo la freschezza di quel codice di rotture e sovrapposizioni tipico dello street artist, ricordando, anzi, tutte le varie proposte e dichiarazioni più o meno astruse, avanzate dai personaggi di varie barricate in situazioni del genere e amplificate dalla viralità delle notizie.
E, invece, l’operazione estetica c’è stata, annunciata proprio nella rinuncia, nella considerazione delle conseguenze possibili di un gesto non compiuto. Un progetto artistico avrebbe potuto invalidare un’elezione i cui risultati faranno pendere l’ago della bilancia globale qualche centimetro da un lato o dall’altro. Il condizionale è d’obbligo. Se l’avesse fatto veramente, sarebbe diventata cronaca, il golpe mediatico di un artista prossimo allo star system. A voler essere ottimisti, con le stampe ci avrebbero fatto una mostra, exit dal bookshop. Ma Banksy non fa nulla per caso, sottostimando la posta in gioco e le regole in campo. Probabilmente il progetto, tutt’altro che “ill-conceived” e ironicamente “legally dubious”, era già in origine previsto in due tempi: dichiarazione e ritirata. Con questo “product recall”, quello che si fa per i prodotti difettosi, Banksy ha dichiarato la potenzialità di un’idea quando non è conclusa, quell’ambito della possibilità e dell’errore che non fa mai smettere di immaginare e riflettere.