10 giugno 2017

dOCUMENTA 14. Un bello spazio dalla temperatura tiepida: ecco la Neue Neue Galerie, ovvero l’ex deposito delle poste in versione “halle”

 

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Il voto complessivo di questa dOCUMENTA? Diciamo 7. Molti punti vanno ai singoli lavori, molti alle “venues”, alcuni al complessivo progetto curatoriale e alla ricerca che si nota oltre gli allestimenti in larga parte molto curati, almeno nelle sede istituzionali, ma talvolta soporiferi.
Poi capita che ci siano spazi incredibili gestiti in maniera che pare un po’ approssimativa: è il caso della Neue Neue Galerie, ovvero l’ex deposito delle poste centrali (home page). Qui, su tre piani, vive una ricerca dai toni decisamente contemporanei ma dagli allestimenti irrisolti. Perché, per esempio, non ricoprire interamente il pavimento dell’ultimo piano di morbido tappeto magenta e far “danzare” le lentissime performer di Maria Hassabi da sole (sopra), in questo magico e duro spazio razionalista? Va bene, poco più avanti ci sono le splendide serie di fotografie di Ulrich Wust – un Luigi Ghirri in bianco e nero che documenta (a proposito) l’est tedesco, con il pathos e il “deserto” che solo l’ex blocco sovietico permette di percepire – ma perché giocare all’accumulo?
Perché non titolare decentemente la bella installazione video dedicata ai mutilati e al loro essere normali nei movimenti e nella vita, messa in piedi da Artur Zmijewski, con una didascalia che si possa definire tale? In questa sede, decisamente interessante, l’assenza di attenzione allo spettatore e alla “didattica” è ben visibile. Peccato.
E, altra nota dolente, non va molto meglio in un altro splendido spazio: la Kulturbahnhof. Trattasi di un vecchio tracciato ferroviario, situato proprio sotto la Hauptbahnhof attuale, aperto nel 1968 e usato fino al 2005. Qui degne di nota le installazioni di Michel Auder, e il “Benvenuto” – con un fortissimo riferimento alla storia del ‘900, ovviamente non allegro – dell’artista greco Zafos Xagorias. E allora cosa c’è che non va? Vi garantiamo che, con una atmosfera del genere, si poteva fare di meglio. Sette. 

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