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L’ex enfant terrible del subcontinente indiano, il Damien Hirst di New Delhi, ha messo la testa a posto e, adesso, offre la cena a tutti. Per Art Basel Unlimited 2017,la piattaforma sperimentale della fiera svizzera e curata da Gianni Jetzer, Subodh Gupta presenterà un’opera relazionale, un po’ Tiravanija e un po’ Masterchef, un dispositivo di condivisione di un momento densamente simbolico e caratterizzante di ogni cultura. Cheela, Bhel Puri, Khichadi, zuppa di lenticchie e altri piatti tipici della tradizione indiana, saranno cucinati dall’artista che, attualmente, è rappresentato da Hauser&Wirth e Galleria Continua ma fu scoperto da Pierre Huber. Il pubblico siederà a un desco suggestivamente in tema, una lunga tavolata in legno scuro attorniata da un fitto drappeggio di alluminio, una sorta di rifugio ricavato da decine di pentole e tegami sospesi a un filo. E non è la prima volta che Gupta opta per questo genere di objet trouvé. Gli utensili da cucina tornano spesso nelle sue opere e furono già usati per Very Hungry God, il grande teschio esposto a Palazzo Grassi in occasione della Biennale di Venezia del 2007. Per assaggiare le pietanze che Gupta cucinerà fino al 19 giugno, è necessaria la prenotazione gratuita a questo sito.